
Usa 2016. L’America arrabbiata premia Trump e Sanders
Iowa (Usa) – Caucus al via. Inizia lunedì il lungo iter di votazioni che porteranno a definire i candidati democratico e repubblicano che si presenteranno per l’elezione alla Casa Bianca. Primarie articolate che – come usanza Usa vuole – cominciano dal piccolo stato del Midwest, in Iowa, considerato un gioiello di democrazia compiuta, abituato a raduni assembleari (caucus) per decidere chi è degno di continuare la corsa elettorale.
LE PRIMARIE USA 2016 – Sicché l’Ansa ricorda che l’Iowa è attualmente l’ombelico d’America. Chiunque abbia un ruolo nel gioco politico o sia semplicemente curioso ha lo sguardo rivolto al Midwest il quale, non ha caso, per le primarie si veste a festa e diventa sede di cerimonie, cortei, eventi, comizi. La faccenda è seria. Di norma i candidati sono esposti e pronti a tutto; il bersaglio è il consenso dell’elettore comune dell’Iowa e va cercato ovunque: palestre, aziende, centri commerciali, piazze, chiese, senza disdegnare neppure il porta a porta. La maratona è decisiva, spiega Reuters.com Us, chi si aggiudica il consenso dell’Iowa, non solo ha buone possibilità di diventare il candidato alla Casa Bianca per il proprio partito, ma pure di essere nominato presidente degli Stati Uniti.
CHI VOTA IN AMERICA PER USA 2016? – Così l’attenzione è rivolta all’elettorato tutto. La domanda che sondaggisti ed opinionisti si fanno è: chi sono i cittadini d’America che si presenteranno al voto per le presidenziali 2016 in novembre. La risposta pare condivisa: sono arrabbiati. Non a caso i due candidati che sembrano meglio identificare lo stato d’animo della nazione sono Donald Trump, repubblicano dalle dichiarazioni forti, e Bernie Sanders, socialista doc che ha soppiantato nei sondaggi la scialba Hillary Clinton e si è proposto in modo così risoluto da incarnare l’immagine dell’America più sinistroide e comunista. Più che una sfida tra candidati sembra una sfida tra due risorte ideologie nazionaliste.
Sicché fioccano i sondaggi. Secondo quello più autorevole – Reuters/Ipsos – alle elezioni di novembre l’87% degli americani sarebbe pronto a votare Trump mentre il 54% opterebbe per Sanders. I caucus in Iowa decideranno se davvero i due rappresentano le punte d’ariete di rep e dem, ma soprattutto sarà chiaro se davvero i due hanno sostituito nei consensi ed effetti mediatici gli altri rispettivi sfidanti: Jeb Bush per i repubblicani e Hillary Clinton. Una batosta impossibile da incassare per questi ultimi proprio in ragione del favore mediatico di cui godevano fino a poche settimane fa.
AMERICA ARRABBIATA – E qui si torna alla rabbia dell’americano medio e al sondaggio Reuters/Ipsos: il 73% degli aventi diritto al voto ritengono che gli Stati Uniti siano sulla strada sbagliata. Il giudizio è generale e riguarda le scelte dell’amministrazione Obama nell’economia interna, in politica estera, nei temi della sicurezza, nei confronti dell’immigrazione. Poco importa che gli intervistati siano conservatori o democratici, l’accusa è comune e arriva da diverse fasce di popolazione.
Bianchi, poveri e meno istruiti paiono i più colpiti da quest’onda di risentimento e convergono nel rifiutare di votare un candidato che ha avuto un ruolo nell’amministrazione uscente.
A questo si aggiungono altri due fattori di dissapore: la questione ‘nera’ che i due mandati del presidente nero non è riuscito a risolvere e che semmai si è inasprita negli ultimi mesi; la sfiducia della classe media.
Quest’ultima rappresenta il vero punto dolente d’America e il perno delle campagne elettorali di tutti. La middle class infatti è stata colpita dalla crisi economica prima; soffre ancora per la post recessione in atto fatta di salari stagnanti e un mondo del lavoro debole. Su questi temi Sanders risponde puntando il dito contro le disparità di reddito, la vecchia questione dell’assistenza sanitaria garantita e la formazione universitaria gratuita. Trump si concentra sull’eccesso di immigrazione incontrollata e l’insicurezza che ne deriva. I sondaggi lo premiano a dimostrazione che, se la questione economica è sentita, gli americani sentono il bisogno di altro a partire dall’ordine in casa propria.
I CAUCUS USA 2016 – Il termine caucus – ricorda Ansa.it – è stato mutuato dal gergo dei nativi d’America e significa ‘consiglio’. Si svolge in occasione delle primarie di partito e si dipana con una serie di assemblee che, a partire dall’Iowa, coinvolgono i vari Stati dell’Unione. Il voto non si tiene nell’urna, ma con semplici firme su una scheda o anche per alzata di mano.
Finita la conta dei voti, ogni caucus trasmette i risultati alle sedi centrali dei partiti i quali provvedono a diffonderli ai media. I caucus sono a ingresso libero e non occorre essere iscritti ad alcun partito per poter votare un candidato.
Chantal Cresta