Unicef: l’8 marzo via l’ombra sul viso delle spose bambine

L’ombra sul volto delle spose bambine non è solo dovuta al velo. Il matrimonio precoce è una vera e propria violazione dei diritti umani fondamentali. L’8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della donna, l’Unicef lancia la campagna: “Bambine, non spose”, mettendo in risalto le terribili conseguenze di questo fenomeno.

Le spose-bambine vengono strappate dalla famiglia originaria, senza alcuna possibilità di fuga. Le famiglie povere fanno sposare le figlie minorenni per avere una bocca da sfamare in meno, mentre le famiglie ricche lo fanno per il consolidamento delle alleanze familiari. Molte bambine si sono suicidate per sfuggire a quest’ingiustizia, perché solo con la morte il patto matrimoniale può essere annullato. Ci sono casi di bambine di 8-10 anni sposate con uomini di più di 50 anni per motivi economici. Almeno 50 mila ragazze tra i 15 e i 19 anni muoiono a causa di complicazioni durante la gravidanza e il rischio che muoia anche il figlio nel primo anno di vita è del 60% più alto rispetto alle donne che partoriscono dopo i 19 anni. Questi dati sottolineano la gravità del problema e fanno capire quanto sia alto il rischio per queste spose minorenni, condannate a morte o, peggio, ad una vita di sofferenze. L’analfabetismo di queste giovani madri espone i figli ad un rischio troppo alto. La mancata istruzione non permette loro di leggere le istruzioni dei farmaci che dovrebbero dargli e quindi di commettere errori che potrebbero rivelarsi mortali. È una responsabilità che non sempre possono prendersi. Queste bambine dovrebbero giocare con bambole sorridenti la cui vita non dipende da loro, dovrebbero essere riscaldate dalle braccia di una mamma, di una donna, invece sono costrette a crescere prima del tempo.

“Mi hanno negato il diritto di giocare. Mi hanno negato il diritto all’istruzione. Mi hanno negato il diritto a una vita sana. Mi hanno sottratto l’infanzia. La mia vita. I miei diritti.” Esclama Paola Saluzzi (Goodwill Ambassador dell’Unicef Italia) in un video-messaggio, interprete delle voci delle spose bambine. Certo, ci sono casi in cui, nonostante tutto, queste piccole donne riescono a farcela. Ci sono casi di bambine che sono orgogliose dei loro figli e di come li hanno cresciuti, superando tutte le difficoltà. Ma i casi sono pochissimi e non è più il caso di rischiare.

Fortunatamente, l’Unicef ricorda che negli ultimi anni, grazie a legislazioni e politiche nazionali volte a tutelare i diritti dell’infanzia e all’attivismo di ragazzi e ragazze che vivono nei paesi in cui la pratica è ancora diffusa, il tasso dei matrimoni precoci è diminuito. Questo significa che il problema può essere risolto e l’unico modo per bloccare questa terribile pratica è lasciare che le bambine vadano a scuola, sostituendo i libri all’insostenibile peso di una responsabilità che le loro piccole e fragili spalle non possono sostenere. L’istruzione è la chiave che apre le porte del futuro: ragazze istruite saranno donne capaci di crescere in modo sano i propri figli e di contribuire al benessere della società.

Claudia Polisinelli

Foto via http://www.donnamoderna.com; www.eticamente.net

 

 

 

Share and Enjoy

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Ti è piaciuto questo articolo? Fallo sapere ai tuoi amici

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

 
Per inserire codice HTML inserirlo tra i tags [code][/code] .

I coupon di Wakeupnews