Ungheria: il Parlamento approva il muro al confine con la Serbia

Il Parlamento di Budapest ha approvato la nuova legge sul diritto di asilo e sulla costruzione del muro che dividerà l'Ungheria dalla Serbia

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Il primo Ministro ungherese Viktor Orban (foto: pannonrtv.com)

Il Parlamento ungherese ha approvato oggi la controversa legge sull’espulsione degli immigrati dal Paese. La normativa, passata grazie ai voti della maggioranza di governo e degli estremista destra di Jobbik, darà il via alla procedura accelerata per gli allontanamenti e alla costruzione di una barriera di filo spinato al confine con la Serbia. Evidentemente a nulla sono valse le critiche partite  nelle ultime settimane dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati nei confronti di Budapest.

LE NUOVE REGOLE – Con le nuove regole, l’autorità preposta in Ungheria potrà cancellare le richieste d’asilo qualora risulti che il migrante avrà lasciato la residenza designata per più di 48 ore senza autorizzazione. Una piccola ma sostanziale  modifica alla normativa in materia, che contrasta nettamente con le norme ed i principi che regolano il diritto d’asilo nell’Unione Europea, limitandone la portata.

LA COSTRUZIONE DEL MURO – Anche la barriera fisica, nelle intenzioni di Budapest, servirà a regolare il flusso di migranti, che dal sud-est europeo attraversano la Serbia per cercare, tramite l’Ungheria, di arrivare in Europa Occidentale. «L’immigrazione è uno dei problemi più seri che l’Unione europea si trova ad affrontare – ha dichiarato il ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto a margine del vertice in Lussemburgo - L’UE sta cercando soluzioni, ma l’Ungheria non può permettersi di aspettare oltre. Stiamo parlando di un tratto di confine lungo 175 km, la cui chiusura fisica potrà essere realizzata con una recinzione alta quattro metri. Il ministro dell’Interno ha ricevuto l’ordine di costruirla».

LE REAZIONI DELLA SERBIA – Una decisione che era già nell’aria da tempo, e che ha già raccolto le reazioni infuriate del governo di Belgrado, che ha sottolineato come la Serbia, un paese che non fa parte dell’Ue, ha accettato di condividere norme e principi sull’asilo politico proprie dell’organizzazione, permettendo il transito di migranti da paesi, come Bulgaria e Grecia che del’Unione fanno parte. Dall’altra parte, in Ungheria, che come gli altri è membro dell’Ue, disprezza tali regole in maniera arbitraria, mettendo deliberatamente in difficoltà un paese terzo.

 

Carlo Perigli

 

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