Una scuola tutta nuova: la riforma delle superiori

Approvata la riforma che prevede la riduzione di corsi e indirizzi. Berlusconi: «Un riordino necessario». Bersani: «Un taglio epocale»

di Fabrizio Giona

ROMA – A settembre 2010 una scuola tutta nuova. È questo il motto della riforma delle scuole superiori approvata lo scorso 4 febbraio dal Consiglio dei Ministri, che dal prossimo anno scolastico (2010-2011), ridisegnerà l’istruzione superiore in Italia. Il riordino riguarderà licei, istituti tecnici e professionali, e sarà attuato a partire dalle sole prime classi (e non come riportato inizialmente nel biennio iniziale) in tutte le scuole d’Italia, ad eccezione di Bolzano e provincia dove hanno preferito rinviare di un anno per avere il tempo di prepararsi ai cambiamenti.

Con la riforma verranno cancellati i 396 indirizzi sperimentali, tuttora esistenti, per lasciare spazio solamente a 6 licei. Ci sarà il classico, lo scientifico, l’artistico, il linguistico, il liceo musicale-coreutico e quello delle scienze umane. Gli istituti tecnici passeranno da 10 corsi con 39 indirizzi a 2 corsi con 11 indirizzi. I professionali, invece, da 5 settori d’istruzione e 27 indirizzi scenderanno a 2 settori e 6 indirizzi.

Molte altre sono le novità di questo nuovo impianto riformatore. Prima fra tutte, la riduzione del monte ore settimanale. Tutti i licei prevedranno 27 ore di lezione nel primo biennio e 30 nel secondo biennio e nel 5° anno, con particolari eccezioni: nel liceo classico, negli ultimi 3 anni, sono previste 31 ore per rafforzare la lingua straniera; nell’artistico fino a 35 ore e nel musicale e coreutico fino a 32, poiché in questi due percorsi sono previste materie pratiche ed esercitazioni. Gli istituti tecnici e professionali avranno, invece, un orario settimanale di 32 ore (saranno ore effettive al contrario delle attuali 36 virtuali della durata media di 50 minuti).

La riforma introduce, inoltre, un incremento orario dell’asse matematico-scientifico per irrobustire la componente scientifica nella preparazione liceale degli studenti. Vi sarà un potenziamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni con un monte ore di almeno 99 ore annuali e l’insegnamento nel ultimo anno di una disciplina non linguistica in lingua straniera. Il latino sarà presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane e negli altri licei come materia opzionale; non mancherà poi la presenza delle discipline giuridiche ed economiche nel liceo delle scienze umane.

Infine, la riforma prevede un rapporto più forte tra scuola, mondo del lavoro e università con la possibilità, a partire dal secondo biennio, di svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro e stages o in collegamento con il mondo dell’alta formazione (università, istituti tecnici superiori, conservatori, accademie).

Il Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini

Insomma, a quanta pare sembra sia in atto una piccola rivoluzione, che trascina con se numerose polemiche e dissensi. A difenderla la sua promotrice, il ministro Mariastella Gelmini, che la definisce una «riforma epocale» che «segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano». L`impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923. A supportare la Gelmini, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: «È molto importante l’attenzione data alla formazione dei nostri giovani – ha detto al termine del Cdm -, ancora oggi hanno dalla scuola di Stato qualcosa non in linea con i Paesi europei più avanzati».

Il segretario del Pd Pierluigi Bersani sostiene invece che più che di una riforma si tratta di «un taglio epocale alla scuola pubblica italiana che ci allontana dall’Europa e nega pari opportunità di vita, di educazione e di lavoro ai ragazzi e alle ragazze del nostro Paese». Pronta la risposta del ministro Gelmini: «Bersani e la sinistra non vogliono modernizzare la scuola, sono contrari a qualsiasi riforma per questo Paese». Ma al riordino è contrario anche il leader dell’Udc Pierferdinando Casini che avverte: «non si possono fare le nozze coi fichi secchi. Una riforma seria ha bisogno di risorse».

Decisamente contrari i sindacati, che Berlusconi aveva invitato alla collaborazione. Per Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc- Cigl: «Il Governo conferma la linea nemica contro i giovani e il loro futuro». Per Massimo Di Menna della Uil si tratta di una riforma «in ritardo di 30 anni».
Secondo Francesco Scrima, della Cisl, «insistere nel taglio delle ore significa mettere in grande difficoltà l’avvio della riforma». Per Unicobas, la «riforma della scuola superiore vede solo tagli e minimalismo culturale».

Ma di tutto questo calderone di botte e risposte, rimangono loro: professori e studenti disorientati, in attesa dell’approvazione dei regolamenti che, forse, porteranno maggiore chiarezza nella riforma. Intanto genitori, potete iscrivere i vostri figli alle prime classi delle nuove superiori dal 26 febbraio al 26 marzo.

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Una risposta a Una scuola tutta nuova: la riforma delle superiori

  1. avatar
    Laura Dabbene 08/02/2010 a 16:28

    Mi pare che, ancora una volta, si adatti bene al nostro Ministro della Pubblica istruzione il soprannome coniato su alcune testate: Maria Stella Mani di forbice!

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