
UK: quando l’Iva è sessista. Protesta per la tassa sugli assorbenti

Le donne non vogliono pagare perché hanno il loro periodo. La protesta londinese contro l’Iva sessista sugli assorbenti igienici
Londra – Nonostante le ondate di malcontento generale, l’Iva sui prodotti femminili sanitari non verrà abolita in Gran Bretagna. Le britanniche dovranno quindi continuare a versare la Tampon Tax, l’Iva su assorbenti igienici e coppette mestruali che il Parlamento ha voluto mantenere nonostante la contrarietà della popolazione femminile.
PROTESTA PER LA TASSA SUGLI ASSORBENTI - Le proteste per la Tampon Tax sono molto accese, nonostante il Governo abbia proposto una particolare destinazione della suddetta tassa. L’Iva della tassa sugli assorbenti andrebbe infatti a finanziare gli enti e le associazioni dedicati alla tutela delle donne vittime di violenze domestiche, una spesa non gradita alle donne britanniche che si troverebbero le sole ad affrontarla. Inoltre, la tassa sugli assorbenti è sembrata ai più insensata, soprattutto perché questi non sono dei beni di lusso e andrebbero a colpire solo una fascia della popolazione, selezionata per sesso a prescindere dalle proprie disponibilità economiche.
L’IVA SESSISTA - Questa protesta ha vita lunga. Lo scorso ottobre fu rigettata la mozione per abolire la Tampon Tax, attualmente stimata al 5%, inasprendo l’opposizione laburista. In particolare, le parlamentari donne si opposero drasticamente alla tassa in quanto destinata esclusivamente al sesso femminile. Il problema non sarebbero quindi gli spiccioli di Iva da versare su ogni pacchi di assorbenti ma l’imposizione di una tassa ‘sessista’.
MANIFESTAZIONI E PETIZIONI ONLINE - Le proteste sono poi scese sulle strade londinesi. Celebre è la manifestazione dinanzi a Westminster dove tre donne si sono fatte fotografare, durante il ciclo, con indosso dei pantaloni bianchi intrisi del proprio sangue. Se questa azione forte non ha scosso il Parlamento, i Social hanno deciso di sostenere la causa delle donne britanniche. Online è infatti partita una petizione per abolire la tassa sugli assorbenti che equivale, considerata una confezione standard, a circa 50 centesimi di euro. La petizione su change.org ha quasi raggiunto le 280.000 firme e verte sulla necessità di abolire una tassa sessista.

Il ricavato della Tampon Tax andrebbe a enti benefici per la tutela di donne vittime di abusi domestici. Questo però non basta alle britanniche per accettare l’Iva sessista
LA BENEFICENZA NON BASTA - Per arginare le proteste il Cancelliere dello Scacchiere britannico George Osborne ha comunicato la volontà del Governo di devolvere i 15 milioni di sterline annuali della Tampon Tax a enti benefici che tutelano le donne, sollecitando la solidarietà femminile. Il risultato della scelta governativa ha peggiorato la situazione. Ormai si tratterebbe più di una questione di principio che di un problema economico.
Alle donne britanniche non piace affatto l’idea di dover essere le uniche a finanziare gli enti a tutela delle donne, gesto encomiabile ma che dovrebbe essere sorretto da tutti, maschi compresi, anziché gravare sulle loro spalle per l’acquisto di beni necessari. Un’idea proposta forse da chi ha dimenticato che con le donne, in quei giorni, sarebbero meglio non negoziare.
Rachele Sorrentino
@rockeleisrock