Ufficiale: Palermo è patrimonio dell’umanità Unesco

La Sicilia ha la sua settima meraviglia Unesco

Cattedrale di Palermo (geolocation.ws)

Cattedrale di Palermo (geolocation.ws)

Bonn – Qualcuno dirà finalmente. Palermo è patrimonio dell’umanità Unesco. Sono passati due anni dalla presentazione della candidatura e, trascorso l’iter nazionale e internazionale, il percorso arabo-normanno di Palermo è diventato World Heritage Unesco, cioè patrimonio dell’umanità. L’annuncio è stato dato in quel di Bonn alle 16:59 di oggi. Questo riconoscimento è il settimo riconoscimento per la Sicilia e il numero 51 per l’Italia. Dal giorno della candidatura è passata molta acqua sotto i ponti e varie misure sono state adottate, vediamo cosa è cambiato e il lavoro che resta da fare per far si che questo percorso sia realmente valorizzato.

PALERMO-MONREALE-CEFALÙ – Il percorso Arabo-Normanno è unico nel suo genere e testimonia una eccezionale prova di convivenza civile tra un popolo del nord e uno del sud del mondo, unica nella storia. All’interno dell’itinerario sono presenti 10 monumenti, di cui 8 appartenenti a Palermo e 2 alla provincia, il Duomo di Cefalù e il Duomo di Monreale con il suo famoso Cristo Pantocratore. I monumenti situati a Palermo sono: la Cattedrale, il Ponte dell’Ammiraglio, la Chiesa della Martorana, San Giovanni degli Eremiti, San Cataldo, il Castello della Zisa e la Cappella Palatina.

LA DELEGAZIONE – A Bonn erano presenti il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, il Presidente del Consiglio Comunale Salvatore Orlando, il Presidente della Fondazione Unesco Sicilia, Aurelio Angelini. Tutti raggianti per il raggiungimento di un traguardo frutto di un lavoro collettivo, tutt’altro che facile. Infatti i monumenti sono gestiti in parte dalle Arcidiocesi, in parte dalla Regione Siciliana e in parte dal Comune di Palermo. Vi sono anche monumenti condivisi tra la Regione e il Comune; questo è il caso del Castello della Zisa, appartenente alla Regione Siciliana, e del suo giardino moderno inaugurato dal comune nel 2005 situato sull’antico parco di caccia o Genoard.

Cappella Palatina, vista dall'alto (thewow.com.mx)

Cappella Palatina, vista dall’alto (thewow.com.mx)

LE PEDONALIZZAZIONI – La definizione più condivisa di Heritage o patrimonio è “l’uso presente del passato”. Ecco, si può dire che la candidatura ha avuto il merito di aprire il dibattito sulla gestione dei siti culturali, carente da molti punti di vista. La creazione di un biglietto unico e la gestione condivisa dei beni sembrano ad oggi lontani dall’essere realizzati. La candidatura ha portato alla pedonalizzazione di alcune aree, come quella di fronte al Palazzo Reale, prima utilizzata come parcheggio degli impiegati della regione e per i parlamentari. Pedonalizzazioni che hanno riguardato le aree antistanti alla Chiesa di San Cataldo e a San Giovanni degli Eremiti; quest’ultima in vigore da pochi giorni.

I MONUMENTI DIMENTICATI – Quella che si commenta oggi è quindi una vittoria, anche se vi sono dei monumenti in buone condizioni ma tralasciati perché risucchiati dalla cementificazione del famoso “Sacco di Palermo” degli anni 50’e 60’ o perché al di fuori di una possibile zona turistica. Si tratta del Castello di Maredolce, palazzo di stile islamico con influenze normanne con giardino annesso, situato a Brancaccio e la Cuba Sottana, ex padiglione del giardino normanno che si dispiegava dal Castello della Zisa, oggi edificio privato.

In ogni caso, Palermo è patrimonio dell’umanità Unesco, oggi in Sicilia, è un giorno di gioia, evento raro in questi tempi molto difficili per l’isola e la sua capitale.

Domenico Pellitteri

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