
UE, Renzi pone il veto al tetto dei btp
Il presidente del consiglio difende le banche italiane
Un proverbiale no, l’ennesimo in poco tempo all’Europa è stato pronunciato ieri in Senato da Matteo Renzi, con un veemente pugno duro che sarà difficile mantenere in Consiglio UE. Il tema stavolta è il tetto che si vocifera si voglia imporre alle banche sull’acquisto dei titoli di stato, sul quale il presidente del consiglio è stato intransigente.
LA PROPOSTA - L’idea tedesca che circola in queste ore è la seguente: imporre un tetto alle banche sul possesso dei titoli di stato di un singolo Paese pari al 25% del capitale dell’istituto in questione. Niente di nuovo sotto il sole, in quanto già un anno fa Daniele Nouy, responsabile della vigilanza bancaria della Bce, aveva proposto la norma. Lo scopo sarebbe di evitare i grandi acquisti di titoli di stato da parte delle banche ingolosite dai forti rendimenti, vedi la Grecia fino al 2010, i cui titoli erano posseduti in gran parte da banche europee.
L’ACCUSA - La proposta sembra avere un senso ma ha scatenato l’ira di italiana di Renzi. Infatti circa il 21% del debito pubblico nostrano, 405 miliardi, è posseduto dalle banche. Renzi ha riferito che il governo metterà un «veto su qualsiasi tentativo che vuole andare a dare un tetto alla presenza di titoli di stato nei portafogli delle banche e saremo, senza cedimento, di una coerenza e forza esemplare». Prima dei titoli di stato, si dovrebbe, secondo il premier, «avere la forza di dire che in pancia» degli istituti di altri paesi europei «c’è un eccesso di titoli tossici». Questa pancia sarebbe quella di Deutsche Bank e Commerzbank le prime due banche tedesche. Proprio Deutsche, non gode in effetti di ottima salute anche agli occhi dei mercati, visto che il titolo vale circa 16 euro e 9 mesi fa ne valeva 33. Renzi si è anche detto contrario ad un’altra proposta che vorrebbe cancellare o rimodulare il risk free, cioè l’assenza di rischi per i titoli di stato. Idea sponsorizzata dalla Germania ma ampiamente osteggiata da vari membri del Consiglio.
IL BOTTA E RISPOSTA CON MONTI - L’attacco alle banche tedesche ha fatto incaponire il filo europeista Mario Monti che ha attaccato il Presidente del Consiglio con parole forti quali «Lei non manca occasione per denigrare le modalità concrete di esistenza dell’Unione europea». Insomma, parole grosse che non hanno scalfito di un millimetro il premier che ha risposto affermando di non accettare lezioni, in quanto l’Italia rispetta le regole, e arrivando a criticare il Fiscal Compact, visto come arma di distruzione economica.
LA GUERRA TRA BANCHE CON PREMIER AMBASCIATORI - Insomma quando gioca in casa Renzi si veste da rivoluzionario, in questo caso per difendere gli interessi delle banche italiane, così come Angela Merkel quando spinge su alcune norme per coprire le nefandezze dei colossi bancari tedeschi. Il problema per Renzi, così come lo è stato per flessibilità e immigrazione, sarà sostenere queste idee oggi in Consiglio UE, azione che tante volte è perfettamente riuscita ai rappresentanti tedeschi. Vedremo oggi come andrà il match tra primi ministri che più rappresentanti di stato sembrano fare le veci delle proprie banche nazionali.
Domenico Pellitteri