Tuttolavoro: ecco come cambia il mercato dopo la riforma

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ilsole24ore.com

 

Milano – A tre mesi dall’entrata in vigore della legge Fornero, il Sole 24 ore promuove un forum intitolato Tuttolavoro per analizzare applicazioni ed effetti della nuova legge sull’occupazione. Questo convegno si è tenuto lo scorso 8 ottobre presso la sede milanese del quotidiano. Certo dopo soli tre mesi è ancora presto per parlare di effetti, sia negativi che positivi. Però sicuramente è molto interessante sapere cosa si pensa di questa legge e dei suoi risvolti. Fin da subito questa riforma ha creato parecchie perplessità e diffidenze, soprattutto perché è insito nella legge 92/2012 un dualismo concettuale e pratico: riforma dei contratti di lavoro da una parte – che introducono una stretta alla flessibilità in entrata – e riforma dei licenziamenti e del famoso art. 18 dall’altra – che mirano, ma fino a che punto ancora non si sa, ad incrementare la flessibilità in uscita.

La diffidenza, e per molti, anche il fallimento di questa legge, sta proprio qui: l’introduzione di una stretta alla flessibilità in entrata senza un proporzionale aumento della flessibilità in uscita. A detta di molti con questa riforma le imprese che, in questo periodo di crisi non assumono, a maggior ragione lo faranno ora, considerato l’irrigidimento del mercato del lavoro che la legge ha portato e soprattutto il sovraccarico dei rapporti di lavoro e il suo costo. Mancano quindi i presupposti per far sì che le imprese tornino a rilanciarsi e ad avventurarsi verso nuovi scenari produttivi Le imprese , infatti, non si sentono sicure e, vista la situazione attuale, non vogliono rischiare; oppure, per chi se lo può permettere, si procede per altri lidi, dove rischiare è possibile.

Tutte le criticità su questa legge sono uscite nel forum “Tuttolavoro”. Presenti oltre mille addetti ai lavori, fra imprenditori, manager d’azienda, giuslavoristi e consulenti del lavoro. Le tavole rotonde si sono aperte alle 9.40 con «Le nuove regole del mercato del lavoro: l’impatto su occupazione, ammortizzatori sociali e previdenza», una tavola rotonda a cui hanno preso parte Mauro Nori (Inps), Laura Piatti (ministero del Lavoro), Tiziano Treu e Maurizio Sacconi. Il dubbio di molti è sul fatto che questa legge possa contribuire realmente all’aumento dell’occupazione, soprattutto quella giovanile, il vero cuore pulsante di un Paese e della sua economia. La Piatti nel suo discorso ha evidenziato che l’obiettivo principe della riforma Fornero non è tanto l’aumento dell’occupazione, quanto il rilancio della competitività delle aziende «per agganciare la ripresa nel momento in cui ci sarà. Poi certo – ha aggiunto –tra gli obiettivi intermedi c’è anche l’aumento della flessibilità in uscita e limitare quella in entrata».

Ha fatto seguito poi  «Come applicare la nuova normativa», con l’avvocato Gabriele Fava, e Fabio Carniol (Towers Watson Italia), Marco Ceresa (Randstad) e Paolo Iacci (Aidp). Dopo,  «Gli effetti delle nuove regole per le aziende», con gli avvocati Giampiero Falasca e Franco Toffoletto, i manager Roberto Zecchino (Bosch) e Luca Valerii (Microsoft Italia). Nel pomeriggio, dopo una breve pausa, il forum ha proseguito con «La flessibilità delle mansioni e dei compensi: spazi attuali e prospettive», con l’avvocato Marcello Giustiniani, Paolo Cornetta (Unicredit Group) e Maurizio Dottino (Gruppo Marcegaglia). A seguire «Il nuovo sistema degli ammortizzatori sociali», con Temistocle Bussino (Inps), l’avvocato Luca Failla e Gianluca Grondona (Indesit Company). Per concludere un focus su «Dimissioni in “bianco” e risoluzione consensuale» di Giuseppe Maccarone ed Elia Congiu (Barilla Group).

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Ministro del lavoro Fornero

Ma quali sono stati i commenti a caldo dei partecipanti? Dennis Galletti, dirigente di una multinazionale della plastica, ha sottolineato come in Italia ci sia un altro problema di fondo: quello della complessità delle regole e delle norme con cui un imprenditore si deve misurare. Con questa legge ci si aspettava almeno una semplificazione normativa, speranza invece disattesa. Giovanni Garuti, esponente del mondo delle Acli, evidenzia, invece, un altro dato importante: la conflittualità che c’è in Italia tra le parti sociali. Un primo passo a suo parere è quello di superare queste conflittualità. Secondo Giordan di Antex (servizi in outsourcing della gestione e amministrazione del personale), invece,  «la riforma Fornero, che sta emergendo anche da questo focus, ha due facce. Ci sono elementi positivi, per esempio la razionalizzazione dell’apprendistato come ingresso nel mondo produttivo, e altri negativi come elementi di profonda incoerenza di sistema e spinte centrifughe. Penso alla mancata abolizione del lavoro a progetto che rappresenta un problema ed è un elemento di disturbo non secondario».

 

Stefania Galli

Foto ||sportelloconsumatori.org;  ilsole24ore.com

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