
Tutte le bufale della riforma Renzi-Boschi
Il referendum sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi si avvicina: ecco alcune dichiarazioni governative completamente false al riguardo
ROMA – La campagna elettorale del referendum sarà sicuramente durissima, anche perché il governo italiano sta mettendo in campo le sue forze. Senza entrare nel merito di una riforma istituzionale nella quale a essere protagonista è il potere esecutivo – dedicherò uno spazio apposito al tema delle forzature a cui abbiamo assistito in questi anni sul tema – è opportuno chiarire che già oggi molto di quello che è stato detto dagli alfieri della riforma Renzi-Boschi è inesatto o del tutto falso.
COSTOSO E NUMEROSO – “Il Parlamento italiano è il più numeroso e caro del mondo”, dichiarò un giorno il ministro Boschi. Falso. Con tutte le difficoltà a paragonare forme differenti di parlamenti, visto che ciascuna nazione ha assetti diversi, il dato numerico proferito dal ministro può essere facilmente verificato: si scoprirà che la verità è diversa. Facendo solo qualche esempio qualche esempio, il Parlamento britannico è più grande del nostro (650 alla House of Commons, 782 alla House of Lords) e quello statunitense è più costoso (1.8 miliardi di euro: un record di inefficienza, considerando che è molto meno numeroso, soprattutto il Senato).
PIÙ SEMPLICE – Uno dei temi maggiormente usati dal governo è stata anche la conquistata semplicità del procedimento legislativo e, in generale, degli assetti dello Stato. Questo dovrebbe rispecchiarsi anche nella semplicità della Costituzione, in una comprensibilità del suo testo: una Costituzione non è una legge finanziaria o un decreto milleproroghe, colmi di riferimenti incrociati e citazioni di commi. Una costituzione dovrebbe essere semplice e diretta, comprensibile per i cittadini, abbastanza immediata, con articoli brevi e chiari: il testo uscito dalla Costituente è così. La riforma Renzi-Boschi è un’accozzaglia di complicazioni: il confronto tre le due versioni dell’Articolo 70 parla per tutti.
PIÙ VELOCE – Il bicameralismo perfetto, con le due camere con uguale competenza, è spesso stato additato come la causa della lentezza e dello scarso rendimento del Parlamento italiano. Premesso che, in realtà, l’Italia produce leggi con la stessa velocità delle nazioni vicine – Italia: 686 leggi approvate nel quinquennio 2001/2006; Germania 616 leggi approvate nel quinquennio 2004/2009; Francia 507 leggi approvate nel quinquennio 2007/2012 – l’osservazione è effettivamente ricevibile. Ci si aspetterebbe che la riforma semplifichi il procedimento di creazione delle leggi. Se oggi abbiamo un solo procedimento, che può diventare lento per le “navette”, il testo della Riforma ne introduce quattro, in base alla tipologia di legge e alle rispettive competenze di Camera e Senato. Anche il meccanismo di “riesame” del Senato per i testi che non sono di sua competenza, poi, tende ad allungare i tempi, rischiando di mandare in corto-circuito il sistema già sul nascere.
TRASPARENZA – Più che un dibattito sulla Costituzione, sembra una televendita. Il problema politico e istituzionale italiano è questo: non c’è interesse al bene comune, tantomeno un pensiero a lungo termine, ma un tentativo di accalappiare immediatamente il favore dell’elettore, per poter prendere il potere e tenerlo, a qualunque costo. Se è finita l’epoca delle grandi narrazioni e delle grandi ideologie, non possiamo certo vivere la democrazia nel formato “like” dei social network.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio