
Trump: perché le nuove sanzioni all’Iran sono un errore
L’ordine esecutivo del Presidente americano Donald Trump che impedisce ai cittadini di Iraq, Iran, Sudan, Libia, Yemen, Somalia e Siria di entrare negli Stati Uniti d’America nei prossimi tre mesi ha creato moltissime polemiche. Ma è un’altra la decisione presa da Trump che dovrebbe far preoccupare chi ha a cuore la lotta contro il terrorismo.
L’agenzia Ansa il 3 febbraio ha riportato: “Il Dipartimento al Tesoro americano ha annunciato nuove sanzioni contro l’Iran in seguito al recente test missilistico di Teheran. Vengono colpite decine di entità iraniane coinvolte nello sviluppo del programma missilistico e sospettate di favorire il terrorismo”. Se Trump vuole veramente attuare in Medio Oriente una politica estera diversa rispetto a quella disastrosa portata avanti dai suoi predecessori dovrebbe cercare un dialogo con l’Iran, e non attuare nuove sanzioni.
L’Iran è uno dei paesi in prima linea contro il terrorismo. Le milizie iraniane, infatti, combattono in Siria contro gli uomini dell’autoproclamato Stato Islamico guidato da Abu Bakr al-Baghdadi. Inoltre, la Repubblica Islamica dell’Iran è alleata della stessa Russia di Vladimir Putin con cui Trump vorrebbe dialogare e a cui ha già alleggerito le sanzioni sul servizio di sicurezza Fsb.
Per quale motivo, allora, Trump sembra così aggressivo con l’Iran? La risposta la sa solo il Presidente e i suoi collaboratori. Sorge il dubbio, però, che Trump non abbia la forza per voltare le spalle ai due storici alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente: Arabia Saudita e Israele. L’Arabia Saudita è la culla del sunnismo mentre l’Iran è il paese sciita per eccellenza. Per quello che riguardo Gerusalemme, Tehran addirittura non riconosce lo Stato di Israele.
Se Trump vuole fare la storia presto dovrà prendere decisioni complicate ma necessarie. Questa prima mossa che complica ulteriormente i rapporti fra Stati Uniti e Iran, però, va decisamente verso la direzione sbagliata.
Giacomo Cangi
foto: statics.quattroruote.it