
Torino. Nata la prima bimba dopo autotrapianto di tessuto ovarico
Torino – All’ospedale Sant’Anna di Torino questa mattina, poco dopo le 9,30, è venuta al mondo Aurora, la prima bimba in Italia a nascere da una donna sottoposta ad un autotrapianto di tessuto ovarico. La neo mamma è Rosanna, 29 anni, una delle prime al mondo e la prima in assoluto nel nostro Paese, ad aver concepito e portato a termine la gravidanza dopo un delicato intervento: il suo tessuto ovarico – crioconservato prima dell’inizio della chemioterapia – era stato in seguito reimpiantato.
Rosanna soffriva fin da giovanissima di beta talassemia e a soli 21 anni si era reso necessario un trapianto di midollo osseo. La terapia post intervento prevedeva l’uso della chemioterapia, che avrebbe avuto conseguenze dannose sulla fertilità, e per questo la paziente era stata sottoposta a chirurgia laparoscopica: erano state eseguite biopsie ovariche multiple e il tessuto ovarico prelevato è stato crioconservato in azoto liquido per circa 8 anni nel laboratorio Fiver dell’ospedale Sant’Anna, permettendole oggi di avere un figlio.
Quando nel marzo 2010 Rosanna ha chiesto di poter scongelare il tessuto e ritrapiantarlo, i medici l’hanno nuovamente sottoposta ad interventi chirurgici, ben due, ed era la prima volta che succedeva in Italia. La terapia è ancora sperimentale, ma la felice nascita di Aurora è una speranza per molte donne che hanno – o potrebbero avere – problemi di salute analoghi a quelli della giovane paziente che da oggi stringe al petto la sua bimba.
L’equipe medica responsabile del piccolo ‘miracolo’ è il team universitario diretto da Chiara Benedetto e fa capo alla Clinica universitaria di Ginecologia ed Ostetricia 1 dell’ospedale Sant’Anna di Torino. Il lavoro del gruppo è stato coadiuvato da altri specialisti come il professor Alberto Revelli – che insieme alle dottoresse Elisabetta Dolfin, Luisa Delle Piane, Francesca Salvagno ed Emanuela Molinari ha seguito gli aspetti legati alla crioconservazione dei tessuti e al ripristino della fertilità – mentre responsabile degli interventi laparoscopici è stato il professor Gianluigi Marchino.
Laura Dabbene