
Terra dei fuochi, altri tre morti: ‘Cancro. Cancro e solamente cancro’
Campagna elettorale che parte con Gigi D'Alessio, negazionista dell'inquinamento. Ma nella Terra dei fuochi si muore sempre, come ricorda don Patriciello
Altri morti nella “Terra dei fuochi”, dove si muore di cancro e di inquinamento, nel disinteresse della politica e delle istituzioni, che lottano solo per la conferma del potere; mentre la campagna elettorale si svolge sulla pelle dei cittadini e sfrutta anche figure di primo piano della società locale – come Gigi D’Alessio – le persone continuano a morire. A ricordarlo, ancora una volta, è un prete, don Maurizio Patriciello, che si batte per la Terra dei fuochi e la sua gente da anni.
OGGI TRE MORTI – L’ira di don Patriciello sbarca anche su Facebook, da dove parte la sua invettiva: «Oggi, sabato 3 gennaio, registriamo che a Frattaminore è morto un giovane di 42 anni. A Succivo una mamma di 55 anni. Mentre Marcianise piange un’altra mamma, di 44 anni e Acerra un ragazzo di 31, ricercatore universitario. Dio mio quante vite spezzate. Quante speranze spente. Quanta sofferenza. Cancro. Cancro e solamente cancro» scrive questa mattina, immerso nel dolore per le tre vite stroncate nella Terra dei Fuochi. Ma non è un’invettiva contro la malattia.
POLITICA OPPORTUNISTA – «Non siamo scienziati. Non abbiamo lezioni da dare. Non conosciamo soluzioni. – aveva scritto poco prima il sacerdote di Caivano – Chiediamo solo che della “Terra dei fuochi” ci si prenda seriamente cura. Senza imbrogliare. Senza ingannare. Senza rubare il pane ai poveri per farlo mangiare a sbafo ai figli dei ricchi. Senza costruirci sopra campagne elettorali».
Accuse precise alla politica, allora, perché è di questo che si parla: di un disinteresse per il problema reale, sfruttato solo in ottica elettorale. Mentre la gente muore.
CAMPAGNA ELETTORALE – Ad aver fatto discutere molto era stato nei giorni scorsi proprio il tema politico; Gigi D’Alessio, durante il concerto di capodanno in piazza Plebiscito a Napoli, pagato dalla Regione, aveva apertamente negato il problema della Terra dei Fuochi, dicendo che solo l’1% della Campania sarebbe inquinata e che da Caivano, proprio dove la gente muore, partirebbe la frutta per la tavola della regina Elisabetta.
Uno spot per Caldoro e per tutta la Campania, che è però irriguardoso verso chi di quell’inquinamento negato muore ogni giorno nella Terra dei fuochi e che è sempre più dimenticato. A sottolineare la falsità dei dati diffusi a Capodanno, però, non è solo un prete che abita la Terra dei fuochi: con lui c’è anche l’oncologo Marfella, oltre a una nutrita schiera di associazioni a difesa dei cittadini di quelle zone vittima di un inquinamento mortale: perché, ricorda anche don Patriciello, a Caivano si muore: «Mentre la regina Elisabetta campa cent’anni perché mangia Caivano, a Caivano il 70 per cento delle 300 persone che muoiono in un anno, muore per cancro. Tra questi, purtroppo, la maggior parte in giovane o giovanissima età. Chi volesse constatare da vicino, compreso Gigi D’Alessio, può farsi una passeggiata nel nostro cimitero e chiedere informazioni al direttore».
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio