Super Bowl 2015, le pagelle della serata: da Katy Perry a Pete Carroll

Spettacolo in campo ma anche nell'halftime show al Super Bowl 2015: le pagelle di tutti i protagonisti (Katy Perry inclusa...)

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New England alza al cielo il Vince ombardi Trophy nella notte del Super Bowl 2015 (Facebook: Nfl)

Un altro Super Bowl è stato consegnato agli almanacchi, forse uno dei più belli ed emozionanti della storia. New England Patriots campioni, Tom Brady MVP del match e la franchigia di Boston che si conferma una dinastia con il quarto Lombardi in 14 anni. Ma chi ha brillato nella notte più luminosa dell’anno? Ecco i nostri voti a protagonisti – in campo e fuori – del Super Bowl 2015.

Voto 10 a Katy Perry e all’Halftime Show. La cantante ha saputo gestire ottimamente i 12 minuti a sua disposizione mettendo in scena i suoi più grandi successi. Rapidi cambi di abito e scenografia, dal vestito “di fuoco” alla spiaggia, dalla versione hip hop con Missy Elliot fino all’abito fatto “di stelle”. Da brividi il decollo e il volo per lo stadio a bordo della cometa durante l’interpretazione di Firework, incorniciata dai fuochi d’artificio visibili dal tetto aperto. Pirotecnica

Voto 9 a Tom Brady. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Se vinci un Super Bowl sei un campione; se ne vinci due sei un grande; se ne vinci tre, entri nella storia. Ma se ne vinci quattro, entri nella leggenda. Ecco cosa ha fatto ieri Tom Brady. Quattro Super Bowl vinti non sono per tutti, anzi, oltre a lui ci è riuscito solo l’immortale Joe Montana. In più Tom ha vinto anche tre titoli di MVP e proprio l’altra notte ha conquistato due record: TD pass nei SuperBowl (13) e pass completi in un Super Bowl (37). Entrambi appartenevano a due dei suoi idoli quando era bambino: Montana e Steve Young. Brady ha dimostrato anche una forza mentale straordinaria, è riuscito a vincere dopo aver lanciato due intercetti ed essere andato sotto di dieci punti. Signore degli anelli

Voto 8 ai ricevitori di New England. Il tridente LaFell-Amendola-Edelman riesce a pungere nei punti deboli della difesa di Seattle. Se poi ci aggiungiamo un mostro come Gronkowski, l’opera è completa. I quattro combinano 254 yds su ricezione delle 328 lanciate da Brady e 4 TD; mai la Legion Of Boom aveva concesso tanto. Fantastici 4

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Brandon LaFell festeggia in famiglia sul prato dell’University of Phoenix (Facebook: Nfl)

Voto 7 a Marshawn Lynch. 102 yds su corsa in un SuperBowl non sono poche, e Lynch le ha guadagnate giocando in Beast Mode fin dal primo minuto. Corre, guadagna yds, chiude down, rompe placcaggi, quando prende palla ci vogliono almeno 5 difensori per buttarlo giù. Un TD segnato, altre due volte arriva a mezza yd dall’endzone, ma si sa: il football è un gioco fatto di centimetri. Probabilmente si sta ancora chiedendo perché a 22 secondi dalla fine sia stato chiamato quel lancio che ha condannato il suo team. Sicuramente ci ha creduto fino all’ultimo e più di tutti. Guerriero

Voto 6 alla difesa di New England. Sufficienza piena. Non una partita al top, 250 yds di lancio concessi a Wilson e più di 150 su corsa tra lo stesso Wilson, Lynch e Turbin. Soltanto tre sacks, per una difesa che ci ha abituato a numeri più sbalorditivi; e se consideriamo che per fermare Beast Mode ci volevano almeno 5 giocatori, si capisce che hanno avuto una bella gatta da pelare. Ma nonostante tutto, è stata proprio la difesa a mettere il Lombardi in cassaforte con la copertura su Lockette su quella chiamata maledetta. L’intercetto che non ti aspetti, che chiude la partita. Il rookie Butler probabilmente ha già fatto la giocata più decisiva della sua carriera. Ordinaria amministrazione

Voto 5 a Russell Wilson. Inizia in sordina, come suo solito. A fine primo qt non ha ancora completato un lancio. Nel secondo qt inizia a svegliarsi per poi segnare il suo primo TD pass di serata per Matthews. Nel terzo qt va a pieno ritmo con grandi giocate e allungando fino al 24-14 con il TD pass per Baldwin. Nel quarto qt non riesce a capitalizzare, e si ritrova a dover inseguire a due minuti dalla fine. La bomba presa da Kearse in una ricezione a dir poco circense a 5 yd dall’endzone, ad un minuto dal termine, dà la speranza a Seattle e a tutti i suoi tifosi. Trenta secondi dopo, l’irreparabile. Coach Carroll chiama un lancio, lui esegue. Lancia nel traffico ma non va come sperato: intercetto in endzone che chiude il match. La fiducia e la voglia di vincere lasciano il posto all’amarezza e allo sconforto. Vincere due Super Bowl in tre anni da pro sarebbe stato leggendario, ma così non è andata, e questo è ciò che alla fine conta. Diesel

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Pete Carroll, coach regia dell’ultima controversa giocata (Facebook: Nfl)

Voto 4 a Pete Carroll. Ovviamente questo voto è dato alla chiamata finale. Se fosse un coach da 4 non sarebbe arrivato due anni di fila al grande ballo, vincendone uno. Ma il sottoscritto (come molti nel mondo) ancora non si spiega il motivo di quella chiamata. Il coach di Seattle ha spiegato ai media che se avesse fatto correre Lynch e questo non avesse segnato, sarebbe stato costretto a lanciare sul terzo down. Carroll si è giocato la carta dell’imprevedibilità, cosa che spesso ha pagato. Se fosse andata bene sarebbe stato etichettato come il migliore stratega tutti i tempi; invece la giocata è stata etichettata come la peggiore della storia del Super Bowl. Vittima sacrificale

Voto 3 alla secondaria di Seattle. La temuta Legion Of Boom: dopo aver sconfitto Manning e i suoi Broncos un anno fa, lo spauracchio di tutta la lega non riesce nell’impresa di fare il bis contro Brady e soci. Prestazione incolore di Sherman & co, che concedono oltre 300 yds a Brady e quasi 40 completi. Non proprio i numeri soliti della Legion Of Boom. Sottotono

Voto 2 a Bill Belichick. Sia chiaro, il voto basso non è dato alle sue doti di coach. Ma alla sua mimica facciale. Ehi, hai vinto il tuo quarto SuperBowl: almeno un sorriso dovresti farlo! Invece niente, il coach dei Pats resta impassibile, serio, quasi come avesse perso o che la faccenda Super Bowl non gli riguardasse. Sfinge

Vito Della Rocca

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