
Stop alle esibizioni degli animali negli spettacoli circensi
Maggioranza e opposizione sembrano pensarla allo stesso modo: “Fare spettacolo senza animali in gabbia si può”. Quattro proposte di legge sono già pronte e approvate, ma per Roger Falk, il più giovane domatore d’Europa, “senza tigri ed elefanti il circo muore”
di Veronica Leanza
Sono state approvate quattro proposte di legge contro lo sfruttamento degli animali negli spettacoli circensi. Esse sono state presentate all’inizio della legislatura da parte del PDL e PD e inserite nel provvedimento per la riforma della legge quadro per lo spettacolo dal vivo; ora sono all’esame della commissione Cultura di Montecitorio.
Ogni anno, il Ministero dei Beni Culturali, elargisce agli spettacoli circensi, quasi 7 milioni di euro. Di queste cifre beneficiano centinaia di circhi che appartengono al capitolo spesa del FUS, il Fondo Unico dello Spettacolo, uno strumento finanziario che sostiene le attività del cinema e gli spettacoli dal vivo.
Gran parte dei circhi italiani basano i loro spettacoli sull’esibizione degli animali; questo con l’andare del tempo ha aumentato la sensibilità delle persone verso questa realtà. Negli ultimi anni, infatti, molte amministrazioni hanno addirittura vietato la sosta di circhi con animali nei loro territori, schierandosi a favore delle associazioni animaliste.
D’altra parte, il Cirque du Soleil, il Circus Oz e molti altri famosi circhi hanno dimostrato come il successo e la redditività del circo non richieda l’uso di animali. Eliminare lo sfruttamento di questi nei circhi, significa semplicemente un aumento di artisti umani, non la fine della tradizione circense.
La deputata Gabriella Giammarco, una delle prime ad aver firmato la legge bipartisan, ha dichiarato: “Da oltre un quarto di secolo lo spettacolo circense è messo sotto accusa dalla crescente sensibilità dei cittadini nei confronti dei diritti degli animali, una sensibilità divenuta ormai vera e propria acquisizione culturale, che sta conducendo il circo italiano verso un inesorabile declino, nonostante la stessa attività circense, sia apprezzabile per i contenuti artistici rappresentati da clown, giocolieri, acrobati, trapezisti e illusionisti. E’ l’uso degli animali, però, che l’ha confinato nel vicolo dell’ anacronismo”.
“Per la loro intera esistenza – prosegue la deputata – gli animali sono obbligati in angusti spazi, in molti casi con l’ausilio di mezzi coercitivi tipici dei peggiori orrori della tortura, come le catene. D’altra parte, esistono vari esempi nel mondo di spettacoli circensi di grande prestigio e successo che non utilizzano gli animali, primo fra tutti il “Cirque du soleil”. Il circo senza animali, non solo è possibile, ma è necessario per recuperare un rapporto tra uomo e natura, tra bambini e animali. Non è un caso che l’Italia abbia il più alto numero di condanne per i circhi tra i Paesi dell’ Ue”.
L’Italia non è il primo paese ad aver approvato questa legge, anzi altri quindici paesi prima di noi hanno proibito, del tutto o parzialmente, l’esibizione di circhi con animali. Tuttavia, ovviamente, queste accuse non bastano a convincere chi, con tigri, leoni ed elefanti ci lavora, e passa gran parte del tempo.
E’ il caso di Roger Falk, il più giovane domatore d’Europa. Egli difende senza riserve la sua professione: “La mia famiglia lavora nel circo da sette generazioni. Gli elefanti e le tigri sono i miei animali da compagnia. Sono nati in cattività, e conoscono solo questo. Siamo sempre con loro, hanno bisogno del contatto umano. E’ bene che vi siano controlli ancora più severi per la tutela di questi animali. Ma senza di loro il circo muore”.
Un’altra associazione, l’ECA, European Circus Association, ritiene invece che l’esibizione di animali nei circhi sia educativa e divertente per i bambini. Inoltre rivela che oggi, la maggior parte degli animali che vivono nei circhi sono nati già in cattività e sono quindi sempre stati abituati a vivere con le persone, che non vengono maltrattati e che sono sottoposti a controlli veterinari frequenti. Infine, l’ECA dichiara che i suoi membri hanno il diritto ad esibire i loro animali.
Queste dichiarazioni però, non faranno cambiare idea ai parlamentari che hanno sottoscritto la legge. Queste proposte stabiliscono anche che, ai circhi che rinunceranno agli animali andranno i finanziamenti del FUS. Per quanto riguarda invece coloro che violeranno la legge, essa prevede sanzioni con multe che possono arrivare fino a 150 mila euro e la reclusione fino a 5 anni, con la sospensione dell’autorizzazione agli spettacoli circensi per 15 mesi.