
Spionaggio, la Germania invierà delegazione negli Usa
Berlino – Dopo che anche Angela Merkel ha scoperto di essere stata spiata dai servizi segreti statunitensi, così come la maggior parte dei colleghi europei, la Germania ha deciso che invierà i capi dell’intelligence domestica negli Stati Uniti per alcuni colloqui con la Casa Bianca e la ormai famigerata National Security Agency.
La volontà di Germania e Francia, infatti, è quella di portare l’amministrazione Obama alla firma di un trattato di non-spionaggio entro la fine dell’anno, per mettere fine a una situazione paradossale, della quale non fanno le spese soltanto le informazioni riservate dei principali capi di Stato e di governo europei, ma anche milioni di conversazioni tra privati cittadini in tutta Europa.
Per la portavoce del dipartimento di Stato Usa, Jen Psaki, la questione non si pone, perché gli Stati Uniti si impegnano «ad assicurare che raccogliamo informazioni perché ne abbiamo bisogno, e non semplicemente perché possiamo raccoglierle», così come ha dichiarato in una conferenza stampa. La Psaki ha aggiunto che «gli Usa hanno avuto incontri con tutti gli alleati, che proseguiranno nelle prossime settimane con l’arrivo della delegazione tedesca» e che «il gruppo di alto livello di esperti opererà considerazioni su come mantenere la fiducia pubblica e come i programmi di sorveglianza possano modificare la politica estera corrente», sottolineando che lo scandalo spionaggio ha sicuramente modificato – e non certo in meglio – la percezione europea e mondiale degli Stati Uniti.
Alle due grandi potenze, si sono aggiunte anche Spagna e Italia, con reazioni di protesta che nel nostro paese, complici i buoni rapporti diplomatici e la recente visita di Enrico Letta a Washington, hanno assunto toni minori. La Germania, invece, ha voluto assumere una posizione più chiara e netta: il portavoce del governo, Georg Streiter, ha assicurato che l’incontro tra le due intelligence avverrà con «un breve preavviso», aggiungendo che «ciò che verrà regolato, e in quale forma i negoziati verranno avviati, non può essere al momento rivelato».
Streiter, infatti, porta avanti la linea dura assunta dalla Merkel, che ha chiaramente parlato dei «semi della sfiducia» che «rendono ancor più difficile la cooperazione e le attività diplomatiche», posizione condivisa dalla Francia di François Hollande e dagli altri paesi europei, ma non dal Regno Unito, che fa parte del gruppo ECHELON (come Australia, Canada, Nuova Zelanda e Stati Uniti), e che è stato a sua volta accusato di aver spiato alcune importanti figure istituzionali italiane.
Stefano Maria Meconi