Speech: l’incontro fra musica e letteratura al Roma Jazz Festival 2013

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Locandina dell’evento con Roy Paci “Corleone” (libreriearion.com)

Roma – Il Roma Jazz Festival giunge alla sua trentasettesima edizione indossando le vesti di Speech, un’ esclusiva serie di eventi dediti all’esposizione del fortunato connubio fra letteratura e jazz.

Lo sfaccettato programma sfornato da Speech si è svolto nelle sale dell’Auditorium Parco della Musica e del Lanificio 159 a partire dallo scorso  20 ottobre 2013, per concludersi il prossimo 2 novembre con il concerto dei Mingus Dynasty, una big band americana che inscenerà il libro Mingus Secondo Mingus.

Lo spettacolo si snoderà fra letture alternate a musica che riprenderanno l’opera biografica di John F. Goodman sulla fruttuosa carriera di Charles Mingus, il leggendario musicista statunitense che con il suo contrabbasso ha plasmato il destino del jazz. Il Roma Jazz Festival nasce dalla proficua sinergia dell’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali con la Fondazione Musica per Roma e l’International Music Festival Foundation, in collaborazione con la casa editrice Minimum Fax.

Speech fonda le sue basi sulla perfetta sintonia fra l’arte del verbo e il mondo dei suoni, unendo le due forme di espressione in un unico messaggio che arriva dritto al cuore, senza mezzi termini.

Sin dagli anni trenta con il Rinascimento di Harlem, si sviluppa uno stile letterario che rivendica una libertà strutturale e tematica, una sorta di creatività estemporanea affine all’indole musicale jazzistica. Tale percorso linguistico si espande negli anni cinquanta con la beat generation per poi toccare il culmine nel 1992 con Jazz, un libro di Toni Morrison che ha preceduto di un anno il suo conseguimento del Nobel per la letteratura.

La street art si affianca al Roma Jazz Festival accentuando il profondo legame fra le origini del jazz e l’arte urbana, colorando le facciate di alcune uscite metropolitane della Capitale, da Monti Tiburtini a Santa Maria del Soccorso. Bifido, Biodpi, Diamond e Stencil Noir sono i quattro street artist selezionati dall’International Music Festival Foundation per elaborare un’idea volta a raffigurare la correlazione fra lo svilupparsi di un movimento musicale e il contesto a lui circostante, in particolare rivolgendosi a personaggi che hanno diretto il movimento attivista afroamericano, da Martin Luther King ad Angela Davis.

Speech apre le danze con l’anteprima del 18 ottobre vede il trombettista Paolo Fresu affiancarsi a Martux_m nella spettacolarizzazione di 101 Microlezioni di Jazz, un’affascinante collezione di aforismi musicali ad opera di Filippo Bianchi, per poi proseguire il 20 ottobre con le note del Joshua Redman Quartet che sfiorano il testo di Dieci Dicembre, libro del texano George Saunders evocato dalla voce narrante di Paolo Rossi.

Javier Girotto e Pietro Servillo uniscono le forze creative il 21 ottobre per dipingere Futbòl, un esilarante racconto di Osvaldo Sarino, mentre il giorno dopo il Vijay Iyer Trio tesse le trame dell’alienante Ritratti in Jazz di  Haruki Murakami. Il vento dell’Africa soffia fra le sale dell’Auditorium con Mulatu Astatke, batterista etiope che con Sketches of Ethiopia narra i miti della sua terra assieme a Regina di Fiori e di Perle, un viaggio culturale a cura di Gabriella Ghermandi, scrittrice migrante italiana, nata ad Addis Abeba e fondatrice della rivista El Ghibli. Il 25 ottobre Danilo Rea incanta l’Auditorium con la sua soavità seguendo le letture di Suburra di Bonini e De Cataldo mentre, al Lanificio 159, Anthony Joseph, poeta e musicista, sbaraglia il pubblico con un reading che preannuncia un concerto eclettico e funkeggiante.

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Charles Mingus: uno dei grandi protagonisti di “Speech”
Foto via; romajazzfestival.it

La serata del 26 ottobre vede l’esibizione di una coppia inconsueta ma vincente: Roy Paci nelle vesti dell’alterego jazz Corleone segue con la sua squillante tromba il reading di Carlo Lucarelli per Le cose non sono mai come sembrano.  Il giorno seguente l’Avishai Cohen Strings Project rende omaggio a Il gioco preferito, un romanzo scritto dal famigerato cantautore canadese Leonard Cohen, interpretato da Paolo Calabresi mentre, il 28 ottobre, Amiri Baraka propone la sua Word Music con una world music dal sapore esotico e coinvolgente. Don Chisciotte resuscita dalle pagine cervantesiane con Chisciottimisti, un racconto narrato da parole e suoni diretto da Erri De Luca. La notte di Halloween non spaventa Speech che si imprime di mistero con Shadows, un concerto dell’impeccabile trombettista Fabrizio Bosso che, con Le memorie perdute di Chet Baker,  fa luce sull’oscura morte del padre del cool jazz.

Stasera, 1 novembre, il Lanificio 159 ospiterà il talentuoso beatboxer Napoleon Maddox con i suoi Iswhat? per sfidare i limiti del jazz affondando in un rap funk sperimentale. I concerti di Speech saluteranno il pubblico con i Mingus Dynasty, una tribute band sorta dopo la morte Charles Mingus che accompagnerà la lettura di Mingus Secondo Mingus, una biografia sul maestro del contrabbasso di John F. Goodman interpretata da Francesco Pannofino.

Stefano Zenni ha curato i due incontri intitolati Lezioni di Jazz, dibattiti dedicati a due pietre miliari della storia musicale internazionale: il 27 ottobre l’immortale John Contrale torna ad essere nell’occhio del ciclone con A Love Supreme. Il corpo e l’anima di John Coltrane mentre il prossimo 3 ottobre, presso il Teatro Studio, Zenni abbraccerà l’intricata esistenza di un artista geniale e controverso con lo studio di Peggio di un bastardo, l’autobiografia di Charles Mingus.

Il maestoso programma di Speech premia il Roma Jazz Festival con una ulteriore medaglia al valore, dando voce ad un’arte libera e multiforme che corre inarrestabile oltre i confini del tempo.

Per maggiori informazioni cliccare qui

Foto preview da auditorium.com

Rachele Sorrentino

@rockeleisrock

 

 

 

 

 

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