Spagna, dopo Uber anche Blablacar sotto attacco

Mappa dei Paesi in cui è presente Blablacar (pro.clubic.com)

Mappa dei Paesi in cui è presente Blablacar (pro.clubic.com)

Madrid -  Quando Thomas Edison iniziò a commercializzare la lampadina a incandescenza, possiamo ben immaginare che anche i più abili venditori e produttori di candele non abbiano fatto i salti di gioia. Ma si sa, in un’economia di mercato anche nel ventunesimo secolo, la concorrenza e l’innovazione portano alla continua morte e nascita di interi comparti produttivi. Ecco quindi che la crescente sharing economy o economia collaborativa sta portando via una fetta dei guadagni alle attività tradizionali dai trasporti al turismo. Ma i rappresentanti dell’economia tradizionale in Europa non ci stanno e dopo Uber, bandito in vari paesi dopo le azioni dei tassisti, ecco che la crociata contro Blablacar parte dalla Spagna.

BLABLACAR È LEGALE? – La domanda che mette in dubbio la legalità del servizio di passaggi, Blablacar, è stata portata avanti in tribunale da Confebus, autorità di rappresentanza delle compagnie di bus spagnole, che giudicano la piattaforma come un concorrente sleale. Secondo Confebus, Blablacar agisce come un’impresa di trasporto pubblico in quanto in determinati giorni i prezzi per i posti offerti dagli iscritti arrivano al 40% del costo del trasporto in bus. Le compagnie si appellano alla legge spagnola per il trasporto terrestre, che all’articolo 101 definisce il trasporto privato restringendolo a necessità di carattere personale per le quali in nessun caso può essere ricevuto un compenso.

LA RISPOSTA DELLA COMPAGNIA – Dal canto suo, in sua difesa, la piattaforma di origini francesi ha risposto che la loro attività è assolutamente legale in quanto il 98% degli utenti riceve meno di 50 euro al mese e il 96,3% ha viaggiato non più di due volte al mese. Inoltre solo lo 0,02% ha realizzato più di dieci viaggi l’anno. Non essendoci la frequenza quindi, Blablacar afferma di essere molto diversa da Uber; tra gli utenti si sviluppano amicizie “social” e non c’è un rapporto venditore-cliente.

IL GIUDIZIO DEL TRIBUNALE – Dopo aver attenzionato le due parti, il titolare del tribunale del commercio numero 2 (Juzgado de lo mercantíl) di Madrid, Andrés Sánchez Magro, farà la pronuncia pregiudiziale mercoledi prossimo,  decidendo se ci siano le condizioni per andare a processo. In tal caso, lo stesso giudice potrebbe decidere la temporanea sospenzione del servizio in Spagna, come già avvenne lo scorso anno per Uber.

CONSEGUENZE PER TUTTI – Non sappiamo come andrà a finire la settimana prossima ma secondo le leggi, ormai probabilmente antiquate, ci sono delle possibilità che Blablacar in Spagna faccia la fine di Uber o per lo meno venga temporaneamente sospeso. Infatti, se è vero che i passeggeri pagano la benzina, è anche vero che la piattaforma fa degli utili su ogni passaggio andato a buon fine, quando il pagamento è online; si potrebbe dire poco male, visto che Blablacar ha più che dimezzato i costi degli spostamenti medi per molti europei, istituzionalizzando il passaggio. Insomma ancora una volta c’è il rischio che le leggi fatte ai tempi delle candele, blocchino lo sviluppo delle nuove lampadine.

Domenico Pellitteri

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