Spagna–Portogallo, le pagelle: Cristiano Ronaldo, ma non solo. La Spagna è Iniesta

SPAGNA

Casillas 6: quattro anni fa ha sollevato il trofeo continentale, salvo poi concedere l’incombenza al capitano naturale, Puyol, in Sudafrica. Quest anno potrebbe ripetersi grazie alla sue parate e al balzo felino con cui neutralizza il rigore di Moutinho.

Cristiano Ronaldo salta Arbeloa (ilcalcio.org)

Arbeloa 5,5: cliente scomodo per lui stasera (un certo CR7), su cui il terzino chiude con evidenti difficoltà ed il costante raddoppio di un compagno di squadra.

Piquè 6: meno sicuro di altre occasioni, sembra imbambolato come tutta la retroguardia della Roja. Il mezzo voto in più lo si deve alla freddezza con cui batte il rigore.

Sergio Ramos 6: con Mourinho e Del Bosque non è più il difensore alla Lucio che saluta i compagni di reparto e si lancia in attacco. Più ordinato tatticamente, non una delle sue migliori performance di questo Europeo. Mezzo voto in più per il “cucchiaio” nei rigori, ma abbiamo ancora negli occhi la prodezza di Pirlo perché ci si faccia incantare dal difensore del Real.

Jordi Alba 5,5: si vocifera che possa prendere il posto di Abidal nel Barça, ma è ancora troppo lontano dal garantire la puntualità in difesa ed i polmoni in attacco con cui il campione del mondo francese ha abituato il pubblico di fede blaugrana.

Xabi Alonso 5,5: Non può sicuramente essere sempre il migliore come contro la Francia, ma il madri dista sembra appannato, come tutta la squadra. Su di lui pesa l’errore (sarebbe meglio parlare di miracolo del portiere avversario) in occasione del primo rigore.

Busquets 5,5: che non fosse il giocatore “illuminato” di qualche stagione fa, lo aveva già dimostrato. Stasera il centrocampista del Barça sfodera una prestazione nettamente sottotono.

Xavi 5: è lui, involontariamente, la dimostrazione di quanto Bento abbia preparato bene questa partita. Il centrocampista tocca pochissimi palloni, mentre è ancora più basso il numero di suggerimenti per i compagni d’attacco. Sostituito da Jesus Navas (6) che garantisce il solito numero di km sulla fascia.

Silva 5: non è in palla il “genietto” di Manchester, sempre decisivo nelle gare precedenti. Ingabbiato dal centrocampo portoghese, viene sostituito da Pedro (s.v.).

Iniesta 6,5: nell’appannamento generale della Spagna, è l’unico che conserva freddezza e lucidità, caricandosi sulle proprie spalle l’intera nazionale e rappresentando l’unica costante minaccia in attacco.

Negredo 5,5: non la serata migliore per convincere Del Bosque a modificare le sue gerarchie in termini di parco attaccanti. Lui ci mette voglia e aggressività, ma il paragone con l’assente Villa o con il miglior Torres appare improponibile. Sostituito da Fabregas (6) che segna il rigore decisivo.

Del Bosque 5: senza punte nella partita contro l’Italia, con Torres le successive, stasera con Negredo. Non sempre l’imprevedibilità viene premiata e non a caso corre ai rimedi inserendo Fabregas che si rivela una garanzia. Nel calcio, però, contano i risultati e lui è alla seconda finale in due anni.

PORTOGALLO

Rui Patricio 6: più di quello che ha fatto, non gli si poteva chiedere. Contro una Spagna spuntata, sfodera una buona partita ed ipnotizza Xabi Alonso dal dischetto. Una delle più belle realtà di questo Portogallo, nella speranza che non gli capiti la stessa sorte di Eduardo al Genoa

Paulo Bento: il suo Portogallo ha messo in difficoltà la Spagna (Photo by Handout/UEFA via Getty Images)

Pereira 6: la sufficienza và data a tutto il reparto arretrato del Portogallo, che concede pochissimo alle “furie rosse” in formato “partita di calcetto scapoli contro ammogliati”. Meno noto dei centrali di difesa, si disimpegna con ordine.

Pepe 6,5: si, è proprio lui, il difensore killer che, con la precisione di un orologio svizzero, ad ogni Clasico perde la testa e pesta la sua vittima preferita, Messi. Stavolta Pepe sfodera una prestazione più che positiva e calcia con precisione chirurgica il suo rigore.

Bruno Alves: 5,5 assieme a Pepe, costituisce una delle migliori coppie di centrali del torneo continentale e, dopo gli affanni mostrati con la Germania, ha giocato l’Europeo con una certa disinvoltura. Peccato per il rigore che sbatte sulla traversa, il cui rumore avrà accompagnato la notte insonne del difensore.

Coentrao 6: uno dei giocatori più sopravvalutati della storia recente del calcio, considerata la somma che il Real ha dovuto sborsare per accaparrarsi le sue prestazioni, il centrocampista si vota ad una partita di sacrificio volta ad ingabbiare le fonti del gioco spagnolo.

Raul Meireles 6: l’oggetto dei desideri del Napoli conferma quanto di buono fatto vedere in campionato e Champions. Sarà per questo che si spegne lentamente nel finale, dopo una stagione ad alti livelli, e viene sostituito da Varela (s.v.).

Veloso 6: il centrocampista rinato al Genoa fa il proprio “compitino” senza mai strafare, rompendo sistematicamente i meccanismi di gioco avversari che, per la verità, sembravano meno oliati del solito.

Moutinho 5,5: meriterebbe la sufficienza come l’intero reparto cui Bento affida la distruzione del gioco avversario e le rapide ripartenze in attacco. Il mezzo voto in meno lo si deve al penalty fallito.

Nani 5,5: all’esterno dello United si chiede qualcosa in più rispetto ai propri compagni di reparto e, in parte, lui ci riesce pure. Viene fermato per due volte in maniera  sospetta, prima di eclissarsi completamente con il passare dei minuti. Perfetto il suo calcio di rigore.

Almeyda 5,5: due anni fa in Sudafrica lui c’era per gli ottavi contro la Roja e sbagliò l’impossibile. Stavolta ha l’occasione per rifarsi ma due anni non gli sono stati sufficienti per migliorare la mira. Viene sostituito da Oliveira (s.v.).

Ronaldo 6,5: ok, sarà pure fastidioso per il rito con cui si prepara a battere le punizioni, per la quantità di gel nei capelli, per la ricerca ossessiva della giocata da applauso a tutti i costi, ma CR7 è la vera spina nel fianco della difesa spagnola. Corre, dribbla e strizza l’occhio alla telecamera. Avrebbe battuto il penalty finale, lui che in una finale lo aveva pure sbagliato un calcio di rigore. Se lo avesse battuto e segnato, la strada verso il Pallone d’Oro sarebbe stata più spianata.

Bento 7: è il vero artefice di questo Portogallo ordinato e disposto alla perfezione in campo. Ha studiato il match ed ha letteralmente bloccato la Spagna, imbrigliando le maggiori fonti di gioco. Con un attaccante di ruolo, uno dei tanti lasciati a casa da Prandelli, avrebbe avuto più chance.

 Antonio Giordano 

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