Settanta giornali a rischio chiusura. Grillo: “Buona notizia, dicono balle”

ROMA – L’editoria italiana è in forte crisi, sia ideologica che economica. Tra pesanti ridimensionamenti dei contributi pubblici e una ancora più elevata crisi di lettori e possibilità pubblicitarie, l’ultima annata editoriale si è chiusa in rosso e ha previsto (così come prevede ancora per il futuro) la chiusura di diverse testate giornalistiche, tra le quali soprattutto nomi noti come Liberazione, Il riformista, l’Avanti o le testate di Emergency, per non parlare dei quotidiani free press come City e Metro.

Se il potenziale definitivo crollo dei finanziamenti all’editoria rischia seriemente di far chiudere, dunque, in totale circa 70 testate giornalistiche, per Beppe Grillo si tratta di una «buona notizia». «Ogni tanto bisogna guardare il grande cielo azzurro e tirare il fiato». Lo scrive lo stesso Grillo sulle pagine del suo noto blog in commento (il titolo del post è Bye bye giornali) all’allarme lanciato ieri da Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, il sindacato unitario dei giornalisti italiani.

«Fino ad ora sono stati finanziati dalle nostre tasse – afferma il comico genovese, principale promotore del Movimento 5 Stelle – per raccontarci le loro balle virtuali. Franco Siddi è preoccupato per il pluralismo dell’informazione ma soprattutto per i soldi […] Bye, bye giornali, è stato bello, anche grazie a voi, arrivare 61esimi al mondo per la libertà di informazione».

In riferimento a quanto detto da Siddi, dunque, («Siamo a fine anno e non solo i finanziamenti pubblici all’editoria sono scesi da 114 milioni del2011 a60-70 del 2012, ma non si riesce neanche a capire con esattezza quale sarà l’ammontare. Le imprese che stanno continuando a lavorare stringendo i denti rischiano di arrivare a fine anno e scoprire che i fondi non saranno erogati. In quel caso l’unica strada sarà la chiusura»), per Grillo è questo un motivo basilare per festeggiare.

Naturalmente, numerosi sono stati i commenti giunti prontamente in seguito alla pubblicazione del post, tra chi non vedeva l’ora «che fosse applicata la dura legge del commercio anche alla stampa: chi non vende fallisce e chiude come succede a qualsiasi attività privata» e chi, in più, estende il desiderio di esecuzione anche ai vertici Rai sostenendo che «c’è solo da guadagnarci, in quanto la vera informazione è su Internet».

La gran parte degli utenti, dunque, concorda con il comico genovese, mentre arrivano comunque alcune opinioni invece favorevoli al settore della stampa. Si leggono, allora, considerazioni come: «Caro Beppe, con rispetto parlando, questa volta hai toppato. Gioire per la chiusura di 70 giornali, anche volendo abbracciare la tua tesi secondo la quale i giornalisti sono tutti contro di te ed il tuo movimento (ed è una incredibile stronzata) è un gesto irresponsabile e miope».

Pochi minuti fa è arrivata una ironica ma corposa risposta da parte di Fulvio Fammoni, componente del Comitato per la Libertàe il Diritto all’Informazione: «Le quattromila persone che rischiano il posto di lavoro ringraziano sentitamente Grillo per l’attenzione e la solidarietà espressa».

«Decine di testate che rappresentano tanti e diversi punti di vista culturali e politici – aggiunge Fammoni – vedono il rappresentante di un movimento politico che esulta per la loro possibile chiusura. Si può avere qualsiasi opinione di merito, si può esporla in modo più o meno populistico, tutto è legittimo. Quello che non va è la mancanza di ogni rispetto per il dramma delle persone e per l’informazione plurale. Tutto questo si commenta da sé».

Stefano Gallone

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Una risposta a Settanta giornali a rischio chiusura. Grillo: “Buona notizia, dicono balle”

  1. avatar
    Massimo 10/11/2012 a 18:35

    Grillo vergognati! Quando leggo che la vera informazione è su internet mi viene da rabbrividire, dove ognuno può scrivere quello che vuole: senza norme e senza regole. Vergogna. Davvero.

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