
Serie A, pagelle 27esima giornata: è fuga scudetto Juve
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Juventus 6,5 – Catania 6
All’andata fu ben altra partita e, a risolvere il match in favore della Vecchia Signora, fu la terna arbitrale. Stavolta ci ha pensato Giaccherini che, con addosso l’odore di naftalina, entra in campo e segna il gol vittoria. +9 per la Juve che ha dovuto, comunque, soffrire contro un buon Catania che si spera non venga completamente smantellato dal mercato estivo, considerati i prezzi pregiati a disposizione.
Chievo 7 – Napoli 5
C’erano una volta i tre tenori. Uno è andato a fare soldi all’ombra della Tour Eiffel; il secondo ha deciso di legarsi al Napoli ma non è più decisivo come lo era fino a Natale; il terzo sembra essere oggetto di una macumba e non riesce più a fare ciò per cui diverse squadre europee sarebbero disposte a pagarlo oro, segnare. È questa la fotografia di un Napoli che sembrava poter contendere lo scudetto alla Juve, ma che incappa nell’ennesima domenica difficile, letteralmente “matata” da una squadra ben messa in campo da mister Corini.
Udinese 6 – Roma 6
Addossare tutte le colpe ad Osvaldo è un’operazione giornalistica da cui ci esimeremo. Più interessante, a nostro avviso, ricordare gli errori della difesa romanista sul gol di Muriel, l’impatto positivo del rientrante Florenzi (unico epurato della cura Andreazzoli), la continuità di un’Udinese capace di mettere in campo bel gioco e di scoprire giovani talenti.
Parma 6,5 – Torino 5
I misteri del calcio: da una parte una delle squadre meno battute della serie A subisce 4 gol in una partita (3 nel giro di pochi minuti); dall’altra un giocatore che sembrava aver smarrito la via del gol, Amauri, mette a segno una tripletta decisiva. Donadoni torna a vincere e lo fa grazie alle sue scelte; Ventura paga care le troppe assenze.
Palermo 5 – Siena 6,5
Un cambio in panca ci può stare tutto e, a volte, può risultare decisivo, vedi Sannino al posto di Cosmi sulla panchina del Siena. Quando, invece, una società cambia 2-3 allenatori per stagione, torna sui suoi passi, rifà quasi interamente la rosa nel mercato di gennaio, è probabile che dia di sé un’immagine di instabilità che finisce per corrompere l’intera squadra, vedi il Palermo di quest’anno che rischia seriamente di tornare in serie B, dalla quale il Siena sta lentamente cercando di allontanarsi grazie ai gol di Emeghara.
Cagliari 7 – Sampdoria 5
Due squadre alla ricerca dei punti-tranquillità, ma solo una entra davvero in campo in uno stadio in cui si gioca a porte chiuse. Ibarbo vive il suo “perfect day” e mette a segno una tripletta da ricordare, oltre a creare una caterva di occasioni. La Samp, reduce da 6 risultati utili consecutivi, è apparsa molle ed appagata.
Atalanta 6,5 – Pescara 5
Negli spareggi i punti valgono doppio. Sarà pure un cliché ma, nel giro di appena 7 giorni, l’Atalanta di Colantuono mette 6 punti in cascina e allontana 2 pretendenti per la permanenza nella massima serie, Siena e Pescara. Per Bucchi debutto peggiore non si poteva immaginare: resta solo la bella rette messa a segna da un D’Agostino rivitalizzato dalla permanenza sulla costa adriatica.
- Inter 4 – Bologna 7
Arrendersi alle folate offensive di un campione quale Bale si può capire. Ma, che a mettere in difficoltà la difesa neroazzurra sia un certo Manolo Gabbiadini (con la massima stima), è sintomo di una squadra fin profonda difficoltà. Non si mette bene per mister Stramaccioni, a corto di idee, gioco e uomini. Per il Bologna, tanto bel gioco e la seconda vittoria consecutiva, che allontana quasi definitivamente lo spettro della B.
Genoa 5,5 – Milan 6,5
Quando si riesce a segnare con una gamba fuori uso nell’ultima azione prima di essere sostituiti, significa che, oltre alla bravura, c’è una buona stella a vegliare sull’intera squadra. Il Milan vive il proprio momento migliore alla vigilia della super sfida del Camp Nou ma perde un uomo, Pazzini (l’Enrico Toti di turno), che sarebbe stato assai utile per il ritorno di Champion’s.
Lazio 5 – Fiorentina 7
Una Fiorentina bella e (finalmente) cinica contro una Lazio molle e stanca. I terribili sbarbati di Montella mettono sotto la squadra di Petkovic mostrando freddezza e autorità, oltre ad una freschezza fisica figlia della giovane età e dall’assenza di partite infrasettimanali. La Lazio deve fare i conti con le troppe assenze (a partire da Klose) e con gli impegni di coppa che ne decimano la competitività.
Antonio Giordano