Secessionisti. Arresti in Veneto ma l’odio contro Roma è nazionale

tanko secessionisti veneti

Il Tanko recuperato nel padovano (Lastampa.it)

Roma – Referendum e azioni militari in nome dell’indipendenza regionale sono figli dello stesso male: lo Stato. Si possono deridere, svilire, temere o biasimare ma la questione di fondo resta viva e vitale: siccome lo statalismo soffoca ogni aspetto dell’esistere italiano, a partire da quello fiscale, si rischia l’esplosione.

All’alba la Procura di Brescia ha emesso 22 ordinanze di custodia cautelare e 2 arresti domiciliari nei confronti di 24 persone facenti parte di gruppi secessionisti tra Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana e Sardegna con l’accusa di terrorismo, eversione dell’ordine democratico e detenzione nonché fabbricazione di armi da guerra. In totale, 27 perquisizioni in tutta Italia.

#NELGRAGEDEISECESSIONISTI – Il resto lo racconta L’Arena di Verona: i secessionisti appartenenti ai gruppi Patria Brescia, Veneto Stato, Disubbientzia e ex Serenissimi protagonisti del blitz in Piazza San Marco nel 1997, si sono riuniti nell’Alleanza, associazione carbonara per l’indipendenza. Il piano era al limite del surreale: un’azione paramilitare, dicono dalla Procura, in Piazza San Marco, supportata da centinaia di persone munite di armi leggere recuperate illegalmente attraverso contatti con i paesi dell’Est. In aiuto anche un Tanko: un trattore Fiat-Allis allestito a carro armato ancora in fase di montaggio, nascosto nelle campagne padovane di Casale di Scodosia.

Secondo gli inquirenti, dopo il blitz al campanile di San Marco, più violento della dimostrazione dei Serenissimi nel ’97, i nuovi secessionisti sarebbero stati spalleggiati dalle popolazioni del Nord, più colpite dalla crisi, e poi del Sud, già pronte all’indipendenza sotto la guida dei Forconi siculi. Inoltre, al fine di dichiarare l’indipendenza regionale, i gruppi avevano intenzione di creare ambasciate in paesi considerati amici: la Serbia e la Svizzera, pronti a riconoscere ai territori la separazione da Roma. Fin qui la cronaca.

RIFORME ANTISECESSIONISMO – Sarà ora interessante capire quante delle tesi di Procura disegnate con intercettazioni saranno confermate da prove, dalché o ci si trova davanti a dei sovversivi impenitenti con una rete di contatti e adesioni senza pari, oppure i magistrati hanno preso a sbattere in galera idee ed opinioni. Difficile dire cosa sia peggio ma la riflessione resta su scala nazionale.

La crisi porta scompiglio oltre che povertà. A questo si è aggiunta sia l’Europa sia l’ottusità decennale di uno statalismo antisociale che hanno richiesto più sacrifici a chi produce invece di offrire incentivi a Pil e crescita. Ovunque: da Nord a Sud posto che a Nord gli effetti delle scelte hanno devastato il tessuto economico-sociale con l’aggiunta di maggiori oneri fiscali. Questo dissero i veneti che votarono si all’indipendenza nel referendum promosso dall’organizzazione apartitica Plebiscito.eu; questo dicono i Forconi che si agitano e manifestano nelle strade; e questo è quello che la grande stampa dei citrulli nazionali, innamorata del pupo d’oro Matteo Renzi, ha preferito in larga misura ignorare.

Sicché il pupo fa bene ad essere rapido nelle riforme peccato che sia oscuro dove voglia arrivare. Si è afferrato che la spesa pubblica va abbattuta, la pressione fiscale demolita e la burocrazia annientata? Se sì allora va pure spiegato come e perché le Province dovrebbero essere meno costose se trasformate in Enti territoriali di area vasta con un previsto incremento del personale e un rincaro di alcuni stipendi del 20%. Roba che ha suscitato persino la perplessità della Ragioneria dello Stato; bisogna capire perché il Senato che aveva da sparire, finisce con l’essere un giardino di nominati di enti locali e presidente della Repubblica; bisogna afferrare perché anziché deregolamentare il lavoro per favorire l’impresa piccola e media, anima nazionale, ci si intestardisce sul turn-over nella pubblica amministrazione che prevede il pensionamento anticipato in cambio dell’assunzione di giovani. E qui è di nuovo la Ragioneria dello Stato che sgrana gli occhi rispondendo alle proposte del ministro della Semplificazione e la PA, Maria Anna Madia: ma le coperture dove sono?

Ci si permette un’ipotesi: non ci sono né si troveranno creando nuove crepe generazionali tra chi il lavoro ce l’ha e va punito perché anzianotto e chi non ce l’ha e va premiato perché giovanotto. Qui si è all’ultima spiaggia dell’assistenzialismo cosicché – in campagna elettorale – ci si possa illudere di tagliare la camicia a chi ancora la possiede per darne metà a chi non l’ha. Il risultato non saranno due camicie ma due scamiciati, uniti dalla vergogna e incavolati dalla sete di rivolta.

Senza contare che con le riforme occorre ritrattare i vincoli europei. Subito. In caso contrario difficilmente una schiera di impiegati pubblici neo assunti salverà il premier dall’onda antieuropeista che in Italia si colorerà di antinazionalismo e separatismo. La Lega Nord ringrazierà come ora ringrazia la Procura di Brescia per la visibilità.

 Chantal Cresta

Foto || lastampa.it; l’arena.it

Share and Enjoy

  • Facebook
  • Twitter
  • Delicious
  • LinkedIn
  • StumbleUpon
  • Add to favorites
  • Email
  • RSS

Ti è piaciuto questo articolo? Fallo sapere ai tuoi amici

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

 
Per inserire codice HTML inserirlo tra i tags [code][/code] .

I coupon di Wakeupnews