Scrittori precari in un mondo precario

Ascoltare e ascoltarsi, riabituare le persone alla bellezza del racconto, è questo l’obiettivo di “Scrittori Precari”

di Silvia Nosenzo

free_books_online“Siamo un popolo di santi, scrittori e viaggiatori, con la sola pecca che i primi non ci sono più, gli ultimi sono pochi e i secondi sono troppi. E’ un mare magnum la letteratura contemporanea italiana, in cui è difficile navigare senza conoscere rotte e senza bussola”.

Ad affermarlo è Alex Pietrogiacomi, un giovane scrittore precario che, insieme ad altri colleghi altrettanto precari, Simone Ghelli, Gianluca Liguori, Luca Piccolino e Angelo Zabaglio, ha dato vita a Roma nel dicembre 2008 a Scrittori Precari, un collettivo impegnato a fare conoscere gli scritti, editi e non, di giovani scrittori che in questo spazio culturale vicino al silenzio, si pongono contro di esso.

Tramite il loro sito e i reading che organizzano, riportano il racconto nel suo spazio ideale, in pubblico, tra persone che hanno ancora voglia di lasciarsi sedurre dall’ascolto della parola.

Li abbiamo incontrati, e chiacchierando ci hanno raccontato le loro esperienze e opinioni.

Che succede quando un giovane scrittore come voi si propone a una casa editrice?

S.G.: Succede che è normale dover attendere diversi mesi, e non perché gli editori non vogliano rispondere, ma perché arrivano tantissimi manoscritti, troppi direi. Se un editore risponde subito, ci sta sotto il trucco, e solitamente è molto costoso per l’autore.

G.L.: In genere il giovane scrittore finisce nelle grinfie di pseudo-editori truffaldini che provano a fargli sganciare qualche migliaia di euro per un servizio tipografico… il consiglio che posso dare è di non pagare mai per pubblicare. Dovrebbe essere scontato, eppure sono tantissimi quelli che ci cascano…
Cosa ne pensate dell’onnipresenza di alcuni autori in libreria, in TV ecc…?

S.G.: Che è la stessa cosa che accade per qualsiasi altro prodotto destinato alla vendita in una società regolata quasi esclusivamente dalle leggi di mercato. L’autore, alla pari del suo libro, diventa un prodotto da vendere, e più ha visibilità, più acquirenti trova.

Che cos’è letteratura, che cos’è cultura per gli scrittori precari?

G.L.: La Letteratura, quella con la maiuscola, è quanto di più concreto e umano ci resta, è studio dell’uomo, del linguaggio, è tramandare storie, momenti memorabili, è quanto ci fa comprendere la nostra natura umana in ogni sua più particolare frammentazione, con tutte le sue possibilità e limiti assoluti: è l’ultima traccia di umanità e civiltà. La cultura è ciò che ci riempie e migliora per far sì che si cresca, un obiettivo che vogliono troncare imponendoci il modello vuoto tipico di questa società dell’ecatombe. Cultura è riempire il vuoto.

Qual è secondo voi lo stato della letteratura contemporanea italiana?

G. Liguori durante un reading di Scrittori Precari

G. Liguori durante un reading di Scrittori Precari

G. L.: Nonostante la tragica crisi sociale, economica e politica che vive il nostro paese, la letteratura contemporanea a mio parere sta in gran forma, anche se il problema grave è l’impossibilità della diffusione dell’opera e del pensiero degli autori veri, attraverso i grandi medium di massa, oscurantisti per gli intellettuali e a volte ingenuamente snobbati da questi. Oggi non sono i tempi di una volta, quando Pasolini, Moravia, Sciascia andavano ospiti in tivù e scrivevano sui maggiori quotidiani. Dalla nostra parte, però, c’è la rete, anche se si corre il rischio di cadere in attacchi feroci, personalismi e bieco chiacchiericcio. Autori ed intellettuali validi, comunque, non ci sono mai mancati. Tra le pubblicazioni più importanti dell’ultimo biennio sono senza dubbio da menzionare Vasta, Genna, Cavina e Santoni.

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3 Risponde a Scrittori precari in un mondo precario

  1. avatar
    Silvana Brandi 04/11/2009 a 11:41

    E’ VERO LA CULTURA CI RIEMPIE E CI MIGLIORA…CONSERVIAMO LE TRACCE DEL PASSATO PER MIGLIORARE QUELLE DEL FUTURO.

    Rispondi
  2. avatar
    Alessandro 04/11/2009 a 12:10

    Concordo in pieno: mai accetare di pagare per pubblicare. E un consiglio: provate all’estero. Sono molto più veloci e attenti. Non sempre, ma aumenta le possibilità.

    Rispondi
  3. Pingback: Comunicazione di servizio « Scrittori precari

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