
Scientology, la nipote del leader spiega perché abbandonare la setta
Roma – «Scientology è una religione sviluppata da L. Ron Hubbard, che offre un preciso sentiero che conduce a una completa e sicura comprensione della vera natura spirituale dell’individuo e della sua relazione con se stesso, con la famiglia, con i gruppi, con l’umanità, con tutte le forme di vita, con l’universo materiale, con l’universo spirituale e con l’Essere Supremo» così si legge sul portale ufficiale di Scientology, ma le ultime notizie e rivelazioni diffuse da Jenna Miscavige Hill raccontano una realtà ben diversa, di certo meno spirituale.
Il nostro giornale si è occupato solo superficialmente di Scientology, citando la setta soltanto in relazione alla faccenda del divorzio “stellare” di Tom Cruise – che ha aderito a Scientology alla fine degli anni Ottanta dopo il matrimonio con Mimi Rogers, già seguace della dottrina – e Katie Holmes, ma il breve articolo suscitò la manifesta riprovazione dei membri italiani di Scientology. Ora non possiamo che riportare la vicenda di Jenna Miscavige Hill, nipote di Davide Miscavige, che ha deciso di raccontare in un libro la verità, la sua verità, sulla setta.
Chi è David Miscavige? Si tratta del presidente del consiglio di amministrazione del Religious Technology Center (Rtc), società che ha lo scopo di «salvaguardare l’adeguato uso dei marchi commerciali, proteggere il pubblico e assicurarsi che la potente tecnologia di Dianetics e Scientolgy rimanga in buone mani e venga usata correttamente» e che controlla anche l’uso della dottrina e delle procedure di Scientology da parte delle affiliate Narconon, Criminon e Applied Scholastics. Oltre a questo, sullo stesso sito del Rtc si apprende che Miscavige non ricopre solo questi ruoli “manageriali”, ma è anche il capo ecclesiastico della religione di Scientology. Insomma, per farla breve, Miscavige è il grande capo, il “Papa” della setta, giunto ai vertici della chiesa quando, nel gennaio del 1986, è morto L. Ron Hubbard, fondatore e capo della chiesa. Tra l’altro la moglie di Miscavige risulta “scomparsa”dal 2007: non si sa che fine abbia fatto, non la si vede in pubblico da anni, ma non ci sono prove della sua morte. Secondo alcuni sarebbe stata spedita a The Hole – il buco – una sorta di ufficio/distaccamento-punizione dove finiscono i dirigenti della setta caduti in disgrazia.
David Miscavige è anche lo zio di Jenna Miscavige Hill, la donna arrivata ai vertici della setta che nel 2005 ha deciso di abbandonarla, la donna che a distanza di otto anni ha deciso di raccontare la sua storia in un libro edito anche in Italia: Scientology. Ci sono nata. Ci sono cresciuta. Sono scappata.
La crescita di Miscavige Hill all’interno di Scientology è iniziata nel 1986 quando aveva solo due anni e suo zio David assunse il ruolo di leader al posto i Hubbard. Poi, quando Jenna aveva tredici anni, la madre venne ingiustamente accusata di adulterio e mandata in un “campo di riabilitazione” mentre le conseguenze di questo presunto disonore ricaddero anche sulla giovane, costretta per ore a quelli che sono definiti “trattamenti di controllo”, interrogatori in cui alcuni moderni inquisitori le ponevano per ore, ripetutamente le stesse domande: «Hai rubato qualcosa?», «hai compiuto qualcosa di immorale?», «hai fatto qualcosa che non vuoi che i tuoi genitori vengano a sapere?». Domande ossessive le cui risposte erano valutate da una sorta di macchina della verità che, presumibilmente, avrebbe dovuto rilevare impercettibili variazioni nella voce e in questo modo testare la veridicità delle risposte.
«Ciò che ha reso tutto questo particolarmente devastante è stato non solo la natura intrusiva delle domande, ma il fatto che coloro che mi interrogavano erano spietati. Non ponevano la questione una volta per tutte, ma la stessa domanda mi veniva fatta decine di volte. Ad ognuna di queste cresceva la paura di essere contraddetta da quella macchina» racconta Miscavige Hill nel libro-denuncia.
Dopo tre anni di manipolazioni psicologiche i genitori decisero di abbandonare la setta e furono dichiarati “persone soppressive” – chiunque esprima parere contrario alla setta, che ne abbia o no fatto parte – mentre Jenna decise di restare seppure costretta a tagliare qualsiasi tipo di contatto con la sua famiglia. All’interno di Scientology Miscavige Hill ha fatto “carriera” assumendo in pochi anni posizioni di prestigio, ma al contempo la donna ha aperto gli occhi sulla manipolazione e sui veri e propri orrori della setta.
Così nel 2005 Jenna Miscavige Hill ha abbandonato Scientology fondando un gruppo di sostegno per gli ex aderenti alla setta – Ex-Scientology Kids – e decidendo di mettere nero su bianco la sua vita nella setta più contestata al mondo.
Nel suo libro denuncia c’è tutto: il “lavaggio del cervello”, gli abusi, il lavoro minorile imposto dai seguaci, gli aborti forzati – «Se hai una gravidanza mentre ne fai parte, ti costringono ad abortire, come è successo a diversi miei amici» – i trattamenti di favore riservati a stelle del cinema e a personaggi famosi, fino all’obbligo di scrivere i propri peccati – chiamati trasgressioni nel gergo di Scientology – per sottoporli poi a un elettro psicometro, un misterioso congegno in grado di capire se la coscienza di un individuo è davvero a posto.
Ma Jenna Miscavige Hill non è la prima – e c’è da scommettere che non sarà l’ultima – ad aver deciso di abbandonare la setta, nonostante chi scelga di lasciare Scientology – così come chi osa mettere in discussione la dottrina di Hubbard – venga sottoposto a una vera e propria operazione denigratoria – uno dei principi di Scientology è attaccare chi attacca la setta – e che addirittura Hubbard abbia disposto la R2-45, un procedimento di auditing che prevede lo sparare con una rivoltella calibro 45 a soggetti avversi ai principi della setta – «R2-45: Un procedimento estremamente efficace per l’esteriorizzazione [la liberazione del thetan, cioè dell’anima (ndr)], anche se al momento il suo uso è vietato dalla società» L. Ron Hubbard, La creazione della capacità umana – procedimento poi sostituito dalla policy letter HCOPL 18 Oct 67 Issue IV (secondo cui le persone soppressive «possono essere private della proprietà o ferite con ogni mezzo […] Possono essere imbrogliate, le si può fare causa, mentire o distruggere») e poi dalla HCOPL 21 July 68, in cui i toni si fanno più miti, ma non meno preoccupanti.
Non è un caso se Paesi come la Germania abbiano dichiarato guerra a Scientology e se i governi di tutto il mondo sono in possesso di dossier ben aggiornati sull’attività della controversa setta, che di certo anche in questa sede non mancherà di mettere in moto la sua raffinata, ma ormai nota, macchina del fango.
Francesca Penza
Egregio direttore,
noto con rammarico che l’articolo in oggetto è un travaso di pregiudizi e notizie prese da Internet e smentite da tempo, e altre provenienti da fonti che si sono screditate da sole, ammettendo di aver mentito quando erano fedeli della Chiesa di Scientology.
Nell’articolo vengono passate per vere frasi di presunti scritti di L. Ron Hubbard che non sono mai esistiti e che sono state letteralmente inventate da apostati inaciditi e “vendute” alla stampa scandalistica che ovviamente le ha diffuse come vere.
La sig.ra Penza dimostra di non essersi documentata adeguatamente riguardo a Scientology e di non avere letto il libro che cita (sebbene sia di facile reperibilità poiché disponibile in molte biblioteche pubbliche) quando presenta come un’astrusa minaccia una frase spiritosa di L. Ron Hubbard.
La Chiesa di Scientology in Italia non ha nulla di cui farsi perdonare e, per la cronaca, ha già superato con successo il vaglio della magistratura, con sentenze che riconoscono la religiosità della sua natura e la legittimità delle sue attività, tutelate dagli articoli 8 e 19 della Costituzione Italiana.
Per esempio, la Corte d’Appello di Milano, con sentenza n. 4780 del 5 ottobre 2000, in ordine al quesito se Scientology è una confessione religiosa o no, ha affermato: “Questo giudice prende atto con la Suprema Corte che le prove acquisite non consentono di escludere la natura confessionale di Scientology suffragata dallo statuto e dal pubblico riconoscimento”.
Già l’8 ottobre 1997, la Corte Suprema di Cassazione, con la sentenza n. 1329, aveva riconosciuto che:“allo stato tale natura (di confessione religiosa) era attestata dai riconoscimenti pubblici e dallo statuto.”
Per quanto riguarda le affermazioni della sig.na Jenna Hill, la Chiesa di Scientology non discuterà le questioni private che la riguardano, né i suoi tentativi di sfruttare il nome del sig. Miscavige.
Vogliamo però far notare che, ad esempio, gli episodi descritti dalla sig.na Hill nel suo libro riguardo alla sua istruzione scolastica sono diametralmente opposti a quelli dei suoi 30 compagni di scuola.
Ben lungi dal riportare disagi, vessazioni e rancori, loro parlano di esperienze che hanno fatto nascere amicizie che durano tutta la vita, mentre ricevevano la loro istruzione e le basi per un crescita spirituale che continua ad arricchirli tuttora.
Si fa inoltre notare che una volta completata la sua istruzione in quella scuola, la sig.na Hill, ormai adulta, ha volontariamente scelto di rimanere nell’ordine religioso della Chiesa di Scientology.
Coloro che si uniscono a un ordine religioso lo fanno con totale dedizione, senza accampare dei diritti e senza alcuna aspettativa di un trattamento privilegiato.
Quelli che poi realizzano che quell’ordine religioso non fa per loro sono liberi di continuare a vivere la loro vita, come ha appunto fatto la sig.na Hill.
Ogni religione ha i suoi detrattori, non esiste alcuna fede che possa soddisfare i bisogni spirituali di tutti.
Da sempre la Chiesa di Scientology rispetta l’unità famigliare e assiste coloro che devono crescere i loro figli. Ogni affermazione contraria è falsa.
Nel libro stesso si riconosce che vi è un dialogo “ricostruito” e che vengono usate due dozzine di nomi fittizi. Allo stesso modo, le descrizioni della Chiesa, quando anni orsono la sig.na Hill la frequentava e i resoconti di seconda e terza mano di come sarebbe oggi, sono molto discutibili.
Storie revisionistiche sono tipiche del comportamento di un apostata e, come quelle riportate dai giornali scandalistici, dovrebbero essere sempre prese con le pinze.
Il prof. Ronnie D. Kliever, che fu docente di Studi Religiosi presso
l’Università Metodista Meridionale di Dallas, in un suo saggio
sull’apostasia conclude che:
“Numerosi sociologi hanno sottolineato come le biografie di un sopravvissuto alla setta siano resoconti profondamente stilizzati che tradiscono l’influenza di scenari presi a prestito di schiavitù e liberazione, una storia sulla quale l’apostata si è ben esercitato, che racconta di isolamento sociale, manipolazione mentale, deprivazione fisica, sfruttamento economico e controllo ipnotico. Questi “racconti di atrocità” servono sia a fornire all’apostata una giustificazione che ad accusare la nuova religione di comportamento immorale e fede irrazionale. Alimentano inoltre e formano la percezione pubblica delle nuove religioni come qualcosa di pericoloso per la libertà di religione e l’ordine pubblico. A causa della stampa negativa, anche quegli apostati che non cadono direttamente sotto l’influenza delle organizzazioni anti-sette o di gruppi religiosi fondamentalisti, spesso sono influenzati dalla rappresentazione negativa che viene fatta della religione che si sono lasciati alle spalle.”
L’uso del termine setta per biasimare il credo altrui dimostra la mancanza di conoscenza della storia di ogni grande religione. Si deve spere che nella fase iniziale di espansione, ogni grande religione ha dovuto fare i conti con la diffidenza innata che lo status quo oppone ad ogni cosa nuova che minaccia di turbare gli equilibri. Ad esempio, i primi cristiani erano considerati una setta dagli ebrei del tempo ed il potere politico romano vedeva in essi un pericolo per l’ordine costituito: da lì le persecuzioni che cessarono solo dopo trecento anni di storia (vedere l’articolo del prof. Enzo Pace “In principio c’era la setta”, nel libro “Credere è reato?”, Edizioni Messaggero di Padova, 2012).
Oggi Scientology conta più di 10.000 chiese, missioni e gruppi in 167 nazioni del mondo.
La Chiesa di Scientology è stata ufficialmente riconosciuta come ente religioso dai governi dei seguenti paesi: Albania, Argentina, Australia, Brasile, Costa Rica, Croazia, Repubblica Dominicana, Ecuador, India, Kazakistan, Kenya, Kirghizistan, Nepal, Nuova Zelanda, Nicaragua, Filippine, Portogallo, Scozia, Slovenia, Spagna, Sud Africa, Sri Lanka, Stati Uniti d’America, Svezia, Taiwan, Tanzania, Ungheria, Venezuela e Zimbabwe.
In Italia ci sono 12 chiese, 30 missioni e diversi gruppi che si occupano della crescita spirituale di molte migliaia di cittadini italiani di ogni età, ceto sociale e professione, tutte persone capacissime di autodeterminazione e ben felici di praticare Scientology.
Chi la pratica lo fa perché in essa ha trovato la sua via verso la Salvezza e la Verità ma, in ossequio al principio che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce, si preferisce tacere sulle migliaia di persone che in Italia la praticano con convinzione, per fare da grancassa a pochi che strillano quanto cattiva sia.
Se fosse davvero così cattiva non sarebbe cresciuta e non continuerebbe a
crescere come sta facendo.
Chi desidera avere maggiori informazioni su Scientology, può visitare il sito http://www.scientology.it, oppure una delle sue chiese o anche leggere i testi di L. Ron Hubbard ampiamente disponibili in molte biblioteche pubbliche.
Si percepisce questo bisogno estremo di difendersi da parte di Scientology, il che vuol semplicemente dire che sono colpevoli….