
Salvinata, il leader della Lega Nord diventa “padre” di un neologismo
Più simile a Cassanata che a petaloso, il neologismo "salvinata" è stato inserito nell'enciclopedia Treccani. Non proprio un complimento per il leader della Lega Nord

Salvinata, le uscite “forti” di Salvini diventano un neologismo della lingua italiana (foto: magazinesfo.it)
Dopo petaloso, ecco che la lingua italiana si prepara ad arricchirsi di un nuovo neologismo. La “Salvinata“, da scrivere sia con la minuscola che con la maiuscola,entra da oggi nell’enciclopedia Treccani, in seguito ad un uso piuttosto diffuso nel linguaggio giornalistico. Il termine si riferisce ad una «trovata, uscita tipica del politico Matteo Salvini» e, com’è facile immaginare, assume una valenza ironica e spesso dispregiativa.
SALVINATE NEL LINGUAGGIO GIORNALISTICO – Per spiegare meglio il significato del neologismo, la voce enciclopedia richiama anche alcuni degli articoli in cui viene citato. Ad esempio, un articolo firmato da Pierluigi Sala per Repubblica dell’8 novembre 2014, secondo cui «[L]ui [Matteo Salvini, ndr] se la ride, ha già calcolato l’effetto mediatico della visita ed è certo che anche grazie a queste “salvinate” la Lega salirà ancora di più dei sondaggi. Un altro esempio, citato dall’enciclopedia per chiarire meglio il significato del neologismo, viene da un articolo apparso su Il Messaggero il 21 febbraio 2015, secondo cui «Salvini sta affossando il centrodestra, di certo non gli correremo dietro – hanno sottolineato Alfano e Lupi. Le sue Salvinate, come quella di uscire dall’Europa, non producono risultati, sono fatte solo per ottenere una manciata di voti».
SALVINATE SU MATTARELLA – Appresa ora l’esistenza di questo nuovo neologismo, possiamo considerare come Salvinate le uscite che il leader della Lega sta riservando al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella? Negli ultimi giorni difatti Salvini ha dato il via ad un vero e proprio attacco frontale contro il Quirinale e il suo attuale inquilino, definito solo due giorni fa “zavorra per gli italiani”. Ma lì, forse, la vertiginosa crescita – quantitativa e “qualitativa” – delle Salvinate è servita più che altro a nascondere quella che già da tempo viene definita come una gaffe. Dicesi gaffe quando Mattarella, parlando dell’esportazione del vino italiano, auspica il superamento delle frontiere, e Salvini, ormai perso nella sua “crociata anti-migranti”, lo accusa di essere, se sobrio, «complice e venduto».
Carlo Perigli