
Salvare il mondo oltre i pregiudizi. “Canapa. Una storia incredibile” di Matteo Gracis
In 'Canapa. Una storia incredibile' Matteo Gracis usa saggio, trattato scientifico e diario per dimostrare come la Cannabis sia al centro di una questione che riguarda il mondo intero
Argomento Canapa: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, come tra una distrazione di massa e l’altra ci passano interi autotreni di senso che va a farsi benedire sotto la scure di una situazione politica sempre più lontana dalla realtà concreta (social network compresi, ovviamente). Legalizzare la Cannabis: apriti cielo. Non accadrà mai nei secoli dei secoli se a comandare saranno sempre e solo classi dirigenti totalmente incapaci di capire che non si vuole essere tutti liberi di sballarsi dalla mattina alla sera: semplicemente si desidera non essere ostacolati inutilmente da moralisti della buonora nella ricerca e nello studio approfondito di soluzioni che, in tantissimi ambiti, permetterebbero di venire a capo di problematiche solo apparentemente irrisolvibili.
Già, perché nel suo Canapa. Una storia incredibile (Chinaski Edizioni), precisa e appassionante miscela di letteratura diaristica, trattato e saggio scientifico, Matteo Gracis (giornalista, scrittore, esperto di editoria e comunicazione e fondatore del magazine Dolce Vita, forse la più importante rivista italiana incentrata sulla cultura della Canapa a trecentosessanta gradi, inclusi i potenziali stili di vita alternativi) dimostra come sia proprio la Cannabis ad essere al centro di una questione che riguarda il mondo intero, non solo un paio di scappati di casa.
Sempre troppo poche sono le persone informate sui fatti quando c’è da riflettere su puntualizzazioni serie e non su trattative di calciomercato. Si contano sulle dita di mezza mano le persone consapevoli del fatto che sarebbe proprio la Canapa uno dei principali attori in grado di sostituire il petrolio e la plastica in una valanga di frangenti della vita quotidiana: qualora fosse possibile operare in santa pace, si arriverebbe in un attimo alla realizzazione di bioplastiche fibrose capaci di contrastare il disastroso declino dell’attuale condizione ambientale, operando attraverso una combustione ecosostenibile di alcuni frammenti vegetali in funzione anche di certi criteri aderenti alla bioedilizia.
Ma c’è di più. Se solo gli interessi egoistici e affaristi non prevalessero su ogni aspetto delle nostre esistenze, sarebbe forse possibile utilizzare la Canapa per tentare anche di mettere in piedi una strutturazione di bioaccumulo per sostanze tossiche, arrivando così, di fatto, a bonificare interi terreni col solo utilizzo del ciclo vitale della pianta.
Tutto questo emerge a caratteri cubitali dalla scrittura di Gracis, stile meticcio che diventa necessario mezzo di trasporto sia per considerazioni interpersonali che per riflessioni ad alto valore sia socio-politico che scientifico. Come suggerisce la scelta stilistica e la sua collocazione nel contesto, anche se a livello mediatico qualcosa (lentamente, per carità) sta cambiando, è in primis sulla crescita umana e individuale che bisogna lavorare, al fine di mettere ogni esperienza al servizio di una narrazione che tramandi il suo farsi risultato concreto. Crescere, cambiare. Chissà, magari proprio a cominciare da queste pagine.
Stefano Gallone
@SteGallone