
Sakineh, dalla lapidazione all’impiccagione?
Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione con l’accusa di adulterio e concorso in omicidio per la morte del marito, rischia la morte per impiccagione.
A darne l’annuncio è stato il capo della magistratura della provincia iraniana dell’Azerbaijan Orientale, Malek Ajdar Sharifi, il quale ha dichiarato che la riapertura del dossier di Sakineh, condannata alla lapidazione nel 2006 e a favore della quale si era mobilitata l’intera comunità internazionale, ha comportato un approfondimento delle indagini degli esperti, che comporteranno ad una definizione della sentenza non appena i risultati saranno disponibili.
Si sta quindi di commutare valutando la barbara sentenza di lapidazione, fermata dalla massiccia mobilitazione occidentale e non solo, in una condanna a morte per impiccagione.
«L’Ayatollah Sadeq Larijani aveva ordinato di fermare l’esecuzione per permettere agli esperti islamici di indagare se la punizione potesse essere modificata» ha riferito Sharifi, facendo ampiamente comprendere come l’intenzione di condannare a morte Sakineh sia lungi dall’essere stata abbandonata.
Sakineh al momento sta scontando una pena di 10 anni di carcere, perchè ritenuta complice dell’omicidio del marito.
Francesco Guarino
E finiamola con questa barzelletta, è trita e ritrita!