
“S” come showrooming: il dizionario dello shopping ha una nuova voce

Anche l’Italia non sembra essere indenne dal fenomeno dello showrooming. La filosofia è semplice: prova in negozio, e acquista sul web (screenmediadaily.com)
L’avvento del web e la possibilità di acquistare online sta mettendo a dura prova gli affari e la sopravvivenza dei negozi fisici, costretti a fronteggiare ormai da qualche anno dei competitors sempre pronti a sfornare promozioni e sconti, al fine di accaparrarsi anche l’ultimo cliente. Tra le armi più micidiali in mano all’e-commerce e di conseguenza anche ai loro clienti c’è ora quel fenomeno che porta il nome di showrooming.
Coniato nel dicembre 2011 dall’autorevole New York Times, il termine showrooming è entrato di diritto nel dizionario dello shopping, indicando il comportamento di quei compratori che considerano il negozio fisico alla stregua di un camerino, fatto per vedere e toccare con mano il prodotto desiderato, il quale, una volta superata la prova acquisto, viene comperato comodamente online a un prezzo spesso ridotto.
I venditori tradizionali hanno ragione di temere il peggio, infatti negli Stati Uniti un consumatore su cinque pratica lo showrooming e il trend sembra essere destinato a crescere. Sono sempre di più, anche in Italia, i compratori che hanno imparato il trucchetto del “prova offline” e “compra online” risparmiando, senza correre rischi. Chi puoi dire di non aver mai provato la fragranza di un profumo o misurato la taglia di un jeans in negozio, per poi comprare da computer o smartphone a prezzo ridotto? Questo è il comportamento degli showroomers. La tipologia di prodotti maggiormente interessata da questa pratica d’acquisto è l’elettronica con una percentuale del 39%, seguita dai prodotti grocery (37%) e dall’abbigliamento (33%).
Che molti articoli presenti online, identici a quelli del negozio classico, abbiano prezzi inferiori è ormai risaputo e i venditori offline, non potendo continuare a combattere una battaglia così impari senza soccombere, stanno mettendo in atto strategie di fidelizzazione del cliente volte a mitigare gli effetti dello showrooming. Una di queste consiste nell’eguagliare i prezzi di uno stesso prodotto presente sia in negozio e in rete, in modo da aumentare le probabilità di un acquisto fisico. D’altronde, il negozio ha dalla sua parte un vantaggio che il web, per natura, non avrà mai, ovvero la fisicità. Toccare con mano un prodotto significa avere garanzia di un acquisto soddisfacente e il compratore può essere facilmente incentivato con dei surplus, come dei punti bonus sulle carte d’acquisto, offerte immediate applicate per il solo fatto di essere entrati in negozio o la disponibilità di prodotti unici che in rete non sono disponibili.
Alla luce di ciò, la platea di catastrofisti che profetizzava la fine dei negozi sotto i colpi mortali dell’e-commerce e dello showrooming, si è sensibilmente sfoltita a favore dei nuovi profeti del reverse showrooming, o showrooming inverso, che riporta lo shopping sui binari dell’acquisto in negozio: i clienti scelgono il prodotto online ma lo vanno poi ad acquistare in negozio, dopo aver avuto un riscontro tangibile. Un’inversione di tendenza che in realtà, sta ad indicare che l’online e l’offline non sono nient’altro che due facce di una stessa medaglia e come tali possono coesistere.
L’integrazione tra questi due modelli rappresenta la chiave per un’esperienza d’acquisto a 360 gradi, che possa realmente soddisfare il cliente. Il negozio fisico ha infatti bisogno degli strumenti del web per promuovere ed invogliare all’acquisto dei propri prodotti: un accurato sito internet rappresenta una vetrina sul mondo, in cui è possibile visualizzare nel dettaglio i prodotti disponibili e le offerte a disposizione. Un’app intuitiva rende facile e immediato l’acquisto su smartphone e tablet, così come le reti sociali che permettono di condividere le esperienze dei clienti e le iniziative del negozio con milioni di utenti. Allo stesso modo, il negozio online ha bisogno di quello fisico per arrivare alla completezza di cui ha bisogno.
La nuova frontiera della shopping non consiste nello showrooming, tantomeno nel reverse showrooming, ma in una reciprocità tra online e offline capace di adattarsi ad ogni esigenza del cliente, per un’esperienza d’acquisto perfetta e soddisfacente.
Cristina Casini
@cristina_casini