S.O.S spot: Annozero ritorna e la Rai nicchia

Appello di Santoro ai telespettatori: “Aiuto. Giovedì prossimo saremo in onda” ma l’azienda pubblica non passa l’intermezzo pubblicitario del programma

di Chantal Cresta

Michele Santoro con il vignettista Vauro
A sinistra: il conduttore Michele Santoro. A destra: il vignettista Vauro.

Tre notizie per ordine di importanza: Michele Santoro torna in Rai e questo non è certo uno scoop. Torna con il suo cavallo di battaglia, Annozero, in onda ogni giovedì dal prossimo 23 settembre. E questo era già meno scontato.  La novità  è un’altra: il conduttore-condottiero si è ridotto a lanciare S.O.S. dal suo sito Web per comunicare data ed ora di inizio del suo show perché l’azienda televisiva non gli passa gli spot.

Dunque, Annozero ricominia da dove aveva finito la scorsa stagione. In compenso la tensione tra Santoro e l’azienda pubblica perdura ininterrotta. A quanti non ricordassero i trascorsi, un breve riassunto delle puntate precendenti. Lo scorso maggio il giornalista decide di lasciare il suo programma per dedicarsi alla realizzazione di docu-fiction, il tutto in cambio di una favolosa buona uscita: 10 milioni di euro circa che – qualcuno dice – egli vorrebbe investire nella concretizzazione di una TV a propria immagine e somiglianza. A rovinare le aspirazioni berlusconiane del conduttore, però, sono gli stessi santorini: telespettatori e colleghi che lo accusano di essersi venduto. Santoro perde consensi e, insieme ad essi, anche la sua aura da “martire” dell’informazione. Così non può che fare un passo indetro. Accusa tutti: il CdA Rai, il direttore generale Mauro Masi, il presidente Paolo Garimberti, i giornali, persino i vertici del Partito Democratico. Tutti colpevoli – a suo dire – di perseguitarlo e non sostenerlo. Poi, lo scorso fine agosto, la partita pare chiudersi con un nuovo accordo tra il giornalista e l’azienda: Annozero andrà in onda per un’altra stagione. Tutto a posto, dunque. Invece no. Perché, ora, a fare le bizze è la Rai, la quale a pochi giorni dalla ripresa dello show, non manda in onda lo spot promozionale che, secondo Santoro, sarebbe “fermo sul tavolo del direttore generale”, Masi. Inoltre, pare che l’azienda continui a rimandare la formalizzazione dei contratti di collaborazione con le altre 2 colonne del programma: il giornalista, Marco Travaglio e il vignettista Vauro.

Michele Santoro
Michele Santoro

Dunque, non c’è dubbio che Santoro abbia, mesi fa, ecceduto nei modi e nei toni compiendo degli errori di valutazione di un certo peso. La stessa Rai, però, ora gli fa da contro-altare perché – dimentica del proprio ruolo di servizio pubblico – sembra volersi ritorcere contro il giornalista con azioni vessatorie che, inoltre, non fanno fruttare i denari del canone spesi per la realizzazione dello show, dello spot e del compenso del giornalista. Tutto questo non è serio e soprattutto pone un quesito: non sarà che la Rai si sta impegnando fin da subito a sabotare Annozero con lo scopo di sottrarre a Santoro il suo migliore potere contrattuale, ovvero il 20% di ascolti a serata così da poterlo liquidare per “giusta causa” senza troppe  polemiche? Se questo fosse vero, l’azienda, oltre ad avere un comportamento irresponsabile, non farebbe neppure una mossa intelligente. Con certi metodi come si fa a non pensare alla censura, al “bavaglio” dell’informazione, all’editto bulgaro, al conflitto d’interessi del Cavaliere, all’inchiesta di Trani e a tutto il carnet ideologico tipico della sinistra? Insomma, come si fa a non dare ragione a Michele Santoro?

E allora, nel dubbio, diamogli questa ragione. Udite, udite (semmai qualcuno non lo sapesse ancora): giovedì prossimo 23 settembre, ore 21.00, Rai 2 riprende uno dei più controversi e più seguiti talk-show della storia della TV italiana, Annozero. Chi ama il suo conduttore guarderà il programma contento. Chi non lo ama, lo guarderà storcendo il naso. Importante è che lo si guardi comunque. Finchè ci sarà qualcosa da dire (di sinistra, si capisce). Fino alla fine.

Foto | via http://upload.wikimedia.org; http://upload.wikimedia.org; http://www.recensioni-storia.it

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