
Russia: dopo il caso “Pussy Riot”, pronte nuove pene anti blasfemia
Mosca - Sono lontani anni luce i tempi dell’ateismo di stato per la Russia. Ora il rispetto della religione è diventata cosa seria, e dopo il tanto contestato “caso Pussy Riot“, il gruppo musicale di femministe condannato a due anni di detenzione per aver messo in scena una messa anti Putin all’interno di una Chiesa, si attende una stretta legislativa contro gli episodi di blasfemia.
Secondo il quotidiano Vedomosti, la Duma approverà in queste ore una dichiarazione “sui casi sempre più frequenti di insulti al sentimento religioso”, in cui oltre a condannare i recenti attacchi alle icone a Mosca e la distruzione di croci in giro per la Russia, i legislatori promettono di prendere misure serie per il futuro.
Fonti attendibili riportano che all’interno della Camera bassa del parlamento russo, circoli l’idea di aggiornare le sanzioni amministrative e il Codice penale per quanto riguarda le “offese al sentimento religioso e al credo dei cittadini”.
Il progetto di legge, in via di definizione, mira a proteggere i fedeli contro sacrilegi e atti offensivi. Per insulti al credo religioso si rischierebbero multe da 300.000 rubli (7.500 euro) o il carcere per tre anni. Più severe le pene per chi profana un luogo di culto, come una chiesa: cinque anni di detenzione o multe per 500.000 rubli (12.500 euro). Il quotidiano specifica che il progetto di legge interesserebbe tutte quelle religioni che “costituiscono pare integrante del patrimonio storico della Russia”, ma non ne viene citata una in particolare.
Le Pussy Riot, motivo della riapertura del dibattito sul rispetto della religione e della religiosità, saranno intanto tra i candidati al premio Sakharov di quest’anno, assegnato dal Parlamento europeo per ricompensare quelle personalità che si sono distinte per la difesa dei diritti umani e della libertà di espressione. ”Con il loro impegno le Pussy Riot sono riuscite a infrangere il muro di cemento del sistema dispotico e autocratico russo”, ha spiegato l’eurodeputato tedesco dei Verdi Werner Schulz, che fa parte del gruppo di 46 parlamentari che sostengono la candidatura della band punk anti-Putin.
Davide Lopez