
Roma: festeggiare l’unità d’Italia al Museo di via Tasso
Roma -Tra gli eventi e le manifestazioni che animeranno la Capitale giovedì 17 marzo, giornata ufficiale di festaggiamenti per i 150 anni della nostra unità nazionale, l’appuntamento presso il Museo storico della Liberazione, in via Tasso 145, si distinguerà per la fusione di due prospettive diverse da cui guardare la storia del Paese e intenderla come una ed unica.
Da un lato quella propriamente unitaria del 150°, con l’apertura dell’incontro alle ore 12 alzando le voci nell’inno Fratelli d’Italia, e dall’altro quella della lotta della Resistenza contro l’occupazione nazifascista – di cui il museo di via Tasso è custode della memoria – con un canto simbolo delle forze partigiane, Bella ciao, intonato in chiusura della mattinata.
Tra questi due momenti al Museo della Liberazione si svolgeranno in ordine la lettura della motivazione della medaglia d’oro al valor militare alla città di Roma, il cambio delle bandiere (Roma, Italia ed Europa), il discorso del presidente del museo Prof. Antonio Parisella, il canto di Viva l’Italia e la lettura de Il monumento di Pietro Calamandrei (1889-1956).
Si tratta della famosa epigrafe che il giurista, politico e giornalista fiorentino scrisse in risposta alle affermazioni di Albert Kesserling, comandante dell’esercito germanico in Italia nel 1947: Kesserling disse di non essere pentito della atrocità compiute, tra cui gli eccidi delle Fosse Ardeatine e di Marzabotto, e che anzi gli italiani avrebbero dovuto, per riconoscenza, erigerli un monumento! Per coloro che non saranno a Roma a leggere le parole di Calamandrei, si riportano di seguito perchè possano essere condivise:
“Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA”
Nel pomeriggio, alle 17, la festa continua con la compagnia teatrale Le Ondine e la rappresentazione de Il cestino delle mele: si racconta la storia di Margherita, ebrea divenuta fascista, di Rita, cattolica e madre di famiglia, di Giovanna, studentessa partigiana e di Vera partigiana gappista, l’ultima arrivata all’interno delle quattro mura anguste del carcere femminile Le Mantellate di Roma.
Per l’intera giornata, a prescindere dagli eventi specifici, il Museo sarò aperto per la visita dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19,30.
Foto via: http://www.comunicati-stampa.ws; http://www.corriereromano.it;
Laura Dabbene