
Roma: ex banda della Magliana consulente alle politiche sociali
ROMA – Proseguono senza sosta le già accese polemiche nei confronti dell’amministrazione capitolina, in particolare per quanto riguarda la persona del sindaco Gianni Alemanno. Questa volta l’accusa è quella di aver portato sulla propria sponda, tra i suoi uomini di fiducia, anche Maurizio Lattarulo, ex Nar e braccio destro del boss De Pedis, nonché luogotenente dell’estremista nero Massimo Carminati.
Su Lattarulo pende una condanna con sentenza definitiva risalente al 6 ottobre del 2000 in quanto «membro dell’associazione a delinquere banda della Magliana». È del 2008, invece, l’arruolamento ad opera del sindaco della capitale, che gli affida il ruolo di consulente esterno per le Politiche Sociali. Non ingoia il boccone Giovanni Barbera, presidente del consiglio del XVII municipio di Roma, che nella giornata di domani provvederà ad inviare un’interrogazione urgente alla commissione trasparenza del Comune perché, a detta sua, riguardo l’avvenimento di tale assunzione, «sarebbe curioso capire con quali competenze in materia».
Si affolla, insomma, di estremisti di destra il Comune capitolino. Già nel 2009 ci fu spazio anche per Stefano Andrini in qualità di amministratore delegato di Ama Servizi; poi l’interminabile affare “parentopoli” che, nel 2010, vide sistemarsi anche l’ex Nar Francesco Bianco come operaio dell’Atac.
L’assunzione di Lattarulo equivarrebbe ad un contratto a termine (articolo 90) che, però, gode di «riserva di accertamento dei requisiti per l’accesso allo stesso», il cui inizio risale al 23 luglio 2008 per un termine che corrisponde con la fine del mandato Alemanno. Da luglio a Dicembre 2008, dunque, Lattarulo incassa, in tre anni consecutivi, rispettivamente circa 13.000 e 35.670 euro (in due anni). Ad oggi, ricopre il ruolo di segretario particolare per Giordano Tredicine, attuale presidente della Commissione Politiche Sociali.
Fonti interne al Campidoglio non garantiscono sul tipo di contratto attuale, ma Lattarulo era comunque presente alla seduta di fine giugno del consiglio comunale, durante la quale si è discusso anche del caso Acea. Di fatto, comunque, resta la certezza della ripetuta presenza del suo nome nell’ordinanza di rinvio a giudizio relativa al processo contro la banda della Magliana, in prima linea al fianco di De Pedis, Massimo Carminati, il cassiere Nicoletti, Paolo Frau e Giuseppe de Tomasi.
Lattarulo, dunque, non era personaggio completamente irrilevante. Anzi, il suo ruolo corrispondeva a quello di gestione per i circoli di scommesse e sale giochi metropolitane utili per riciclare denaro sporco derivante da operazioni di spaccio e usura. Gioco d’azzardo e racket, insomma, erano i suoi settori di competenza prima ancora dell’usura. È Enrico Boldrini, pentito della gang, a dare delle conferme: «Mi rivolsi a Lattarulo, il quale in più occasioni mi erogò finanziamenti per decine di milioni di lire al tasso del 4 o 5 % mensile. Confermo di aver indirizzato a Lattarulo dei gestori di circoli in difficoltà economiche: erano persone che versavano nelle mie stesse condizioni di vessazione».
(Foto: lettera43.it)
Stefano Gallone