
Resta in carcere Veronica Panarello, accusata della morte di Loris Stival
Catania – Resta in carcere Veronica Panarello, la donna accusata di aver ucciso il figlio Andrea Loris Stival lo scorso 29 novembre a Santa Croce Camerina.
L’UDIENZA - L’udienza per la richiesta di scarcerazione, avanzata dai legali di Veronica Panarello, era cominciata mercoledì mattina ed era poi stata sospesa dopo dodici ore di discussione, durante le quali il presidente del Riesame aveva raccolto tutti gli elementi necessari ad analizzare il caso, ovvero quelli presentati dall’avvocato Francesco Villardita, difensore della donna, e quelli dell’accusa, rappresentata da Carmelo Petrali, procuratore capo di Ragusa.
LE RAGIONI DELL’ACCUSA - Le posizioni opposte delle parti si sono scontrate su diversi elementi soprattutto riguardo alle dichiarazioni, definite incongruenti dai pm, di Veronica Panarello, smentite dalle 41 telecamere posizionate nella cittadina di Santa Croce Camerina che avrebbero ripreso tutti gli spostamenti della donna avvenuti nella mattina del 29 novembre, giorno dell’assassinio di Andrea Loris Stival.
Il racconto di Veronica Panarello, insiste l’accusa, è stato smentito pezzo per pezzo dalle riprese video e la donna starebbe raccontando numerose bugie per coprire le sue azioni e quelle di eventuali altri complici colpevoli dell’omicidio.
LA DIFESA DI VERONICA PANARELLO – Il difensore di Veronica Panarello, al contrario, ha cercato di convincere i giudici del Riesame dell’innocenza della donna, valendosi della testimonianza di una donna che avrebbe visto il piccolo Andrea Loris Stival la mattina del 29 novembre alle ore 9.30 circa. La stessa testimonianza, però, sembra essere inseguito stata corretta dalla stessa donna che avrebbe ritrattato sul giorno di incontro del bambino, dichiarando di non ricordare con esattezza la data.
L’avvocato Villardita avrebbe poi usufruito della testimonianza della vicina di casa di Veronica Panarello, la quale avrebbe affermato di aver visto la donna stendere i panni sul balcone alle ore 9. Inoltre il legale ha fatto leva sull’assenza del movente e di una “prova regina” che incriminerebbero la sua assistita e, inoltre, sull’automobile di Veronica Panarello non sono state trovate alcune tracce di Dna utili alle indagini.
SCARCERAZIONE RESPINTA - Attualmente gli elementi portati all’attenzione del giudice del Riesame da parte del legale di Veronica Panarello non sono sufficienti ad accogliere la richiesta di scarcerazione e il Tribunale di sorveglianza di Catania ha deciso che la donna rimarrà in carcere.
Alessia Telesca
foto: agi.it