
Quirinale 2013: avanti le donne
Roma – Con i numeri del nuovo Parlamento comincia a farsi sempre più concreta ed intricata la trattativa fra i partiti per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica.
Come recita la Costituzione, a votare sono i deputati e senatori in seduta riunita più tre delegati per ogni regione, ad eccezione della Valle d’Aosta che ha un delegato solo. Per i primi tre scrutini la maggioranza richiesta é dei due terzi, dal quarto in poi la maggioranza assoluta, ovvero la metà più uno.
I votanti sono – fra deputati, senatori, senatori a vita e delegati regionali – 1008. Per eleggere il prossimo Capo dello Stato nei primi tre scrutini saranno necessari 672 voti. E sarebbe possibile se il centro-sinistra, la coalizione di Monti e il Movimento 5 Stelle votassero uniti. L’unico nome che potrebbe piacere a tutte e tre le forze politiche é Romano Prodi. Il quale é anche il favorito secondo i bookmaker inglesi. L’ultima volta che Prodi parlò di questa ipotesi era il 21 febbraio e disse «Io favorito al Quirinale? I bookmaker inglesi sbagliano sempre», già un passo avanti rispetto alla smentita categorica del 9 febbraio quando dichiarò che «Il chiacchiericcio che mi associa al Quirinale ha assunto un’intensità davvero non rispettosa. Né nei confronti dell’Istituzione né della mia persona. Da alcuni mesi ho assunto un incarico gravoso presso l’Onu per il Sahel». Una mossa per non bruciare le proprie possibilità troppo presto?
Anche un accordo fra la coalizione di Bersani e quella di Berlusconi – che insieme contano 710 parlamentari – porterebbe a una immediata elezione. Un nome che possa piacere ad entrambi però é molto difficile. Solo uno appare possibile: Massimo D’Alema. Non é un segreto che l’ex parlamentare abbia sempre aspirato al Quirinale. Nel 2006 ci era andato vicino ed era sponsorizzato proprio da Berlusconi :«D’Alema é il più bravo di tutti i comunisti, mentre Napolitano non esiste: tra un comunista e l’altro, mi fiderei più di D’Alema». Il 24 gennaio D’Alema ha fatto una dichiarazione alquanto sibillina: «Se c’é bisogno di me conoscono il mio indirizzo». Da quanto dichiarato in campagne elettorale però Berlusconi questa volta non vorrebbe votare un candidato proveniente dalla sinistra: «Se vince la sinistra ci sarà un quarto presidente della Repubblica consecutivo di sinistra, uno tra Prodi e D’Alema». Ma visti i numeri del Parlamento il Cavaliere potrebbe cambiare idea.
Nel caso in cui si andrà in conto al cosiddetto «governissimo» Berlusconi potrebbe chiedere in cambio del suo appoggio l’elezione del suo candidato al Quirinale: Gianni Letta.
Se si andrà oltre il terzo scrutinio i voti necessari scenderanno a 505 ottenibili con il solo accordo fra centro-sinistra e il centro che insieme contano 534 voti.
Monti il 19 febbraio ha detto: «Mi piace molto l’idea di avere una presidente donna di cui si parla da anni». I nomi più probabili sono Anna Finocchiaro, che piace anche alla Lega (Maroni l’ha più volta citata come sua candidata) ed Emma Bonino. Quest’ultimo nome proviene da Monti stesso che sempre il 19 febbraio disse che «Emma Bonino sarebbe una candidata molto buona al Quirinale». Possibile però che Monti, il quale tanto piace agli ambienti vaticani, possa votare per un candidato così ostile alla gerarchia ecclesiastica?
Se il Parlamento che conta il 30,8% di donne volesse eleggere un Capo dello Stato donna ci sarebbe un’altra opzione realizzabile con i voti di Monti e Bersani e che l’ex Presidente del Consiglio stesso ha già esternizzato: «Se si parla di donne al Quirinale ci sono alcune donne con cui la colleganza é più fresca e sono le tre donne ministro». Cioé il ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri, il ministro della giustizia Paola Severino e il ministro del lavoro e delle politiche sociali Elsa Fornero. Appare difficile che i 37 deputati e i 7 senatori di Sinistra Ecologia e Libertà possano votare per la Fornero la quale é stata definita da Vendola come un feticcio. Il 9 gennaio la Cancellieri, a domanda su tale ipotesi, disse che preferisce pensare ai suoi nipoti. Rimarrebbe quindi la Severino che non si é mai espressa a proposito. Sarà lei la prescelta?
Giacomo Cangi
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