Questa settimana nei negozi di dischi

Bentornati al consueto appuntamento con le uscite discografiche della settimana. Periodo non estremamente prolifico, questo, ma costellato comunque di alcune novità più o meno interessanti che andiamo subito ad elencare.

Ad aprire le danze proprio oggi 21 marzo sono i nostrani Yo Yo Mundi, notevolissima band folk (tra le tante validissime scoperte da Gianni Maroccolo e loro stessi ottimi talent scout nell’aver aperto, nel 2002, una propria etichetta discografica, la Sciopero Records, a favore di giovani artisti emergenti sconosciuti) formatasi in provincia di Alessandria alla fine degli anni ’80, tra le prime a miscelare in maniera saggia ed avvolgente sonorità popolari con dinamiche da canzone d’autore e a sviluppare vari progetti anche in simbiosi con arti come il cinema, il teatro e la letteratura. Definiti dal quotidiano britannico The guardian come “i Clash con la fisarmonica”, il loro nuovo lavoro, Munfrà, è stato anticipato, nei giorni scorsi, dal singolo Rabdomantico, inserito in condivisione sul Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua (www.acquabenecomune.org) a sostegno della campagna in difesa dell’acqua pubblica. Il disco si articola in una miscellanea, appunto, tra musica popolare e deviazioni cantautorali, senza rinunciare a strizzare l’occhio a lingue terze come quella araba. Folta ed importante è la presenza di diverse collaborazioni (circa 39 ospiti), tra le quali spiccano i nomi di Eugenio Finardi, Banda Osiris ed Hevia. Insomma, un disco importante, viste le tematiche e l’impegno dei diretti interessati.

Scorriamo la lista cambiando genere e coordinate geografiche per arrivare al nuovo lavoro discografico degli Yellowcard, band statunitense (nata nel 1997) atta a fornire quello che viene definito come una sorta di pop punk con inserimenti alternative, di cui una delle caratteristiche peculiari è l’innovazione derivante dall’introduzione, in un genere comunque non propriamente sofisticato, di uno strumento come il violino. Si intitola When you’re through thinking say yes il lavoro in questione, settimo album in studio in uscita il 22 marzo e giudicato dagli stessi membri come “il prodotto di infinite miglia di viaggio percorse per scrivere insieme, centinaia di mail contenenti demo e nuove idee per poter lavorare di nuovo insieme come band per dodici ore al giorno per otto settimane”. Si tratta, infatti, di un disco che arriva sulla scia del post successone di precedenti come Ocean Avenue e Paper walls, ondata travolgente che ha concesso al quintetto di Jacksonville una lunga pausa a partire dal 2008.

Andando avanti, possiamo scorgere (e ne abbiamo già ampiamente parlato qui) il ritorno sulle scene dei Whitesnake, band capitanata dall’ex voce dei Deep Purple David Coverdale, con il nuovo Forevermore, fino ad arrivare, infine, all’importante nuovo lavoro in studio degli Strokes, anche qui a partire da una pausa (stavolta più lunga: dal 2006). Angles, infatti, (in arrivo il 22 marzo) è uno dei più attesi dischi dell’anno e, a detta di molti, a livello di suono, presentabile come una via di mezzo tra Room on fire e First impression of Earth, rispettivamente secondo e terzo album della band. Un’attesa carica di curiosità, dunque, in particolare nel cercare di capire quale possa essere una eventuale nuova direzione intrapresa dalla ormai famosa band alternative rock newyorkese nata nel 1998 (fortunata sin da quel Is this it di partenza), in bilico tra rock puro, aperture melodiche e riff blueseggianti in stile Rolling Stones.

Buon ascolto.

Stefano Gallone

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