
Prove Invalsi 2016, le proteste tra piazza e social
Si sono svolte oggi le prove Invalsi 2016, tra proteste di piazza e boicottaggi presto divenuti virali sui social

Proteste e boicottaggi hanno accompagnato l’edizione 2016 delle prove Invalsi. Sotto accusa i costi ritenuti eccessivi, a fronte delle mille carenze della scuola italiana
Risposte ironiche, fumetti e tormentoni mutuati dalla rete. Ma non solo, perchè mentre qualcuno partecipa e boicotta, altri studenti hanno deciso di disertare le aule e manifestare il loro dissenso. Le prove Invalsi, tenutesi questa mattina preso le seconde classi delle scuole superiori italiane, sono entrati così nel mirino degli studenti e non solo, anticipando lo sciopero generale per il rinnovo del contratto, proclamato dai sindacati per il prossimo 20 maggio.
PROVE INVALSI: CONTESTAZIONI A BOLOGNA E ROMA - Così questa mattina gli impiegati dell’Ufficio Scolastico Regionale di Bologna hanno trovato il portone d’ingresso bloccato con una catena, il tutto accompagnato dalle scritte “Blocchiamo le prove invalsi“. A rivendicare l’azione è stato il Collettivo Autonomo Studentesco – CAS – che su Facebook ha attaccato i test in quanto «dannosi per la didattica e che puntano a standardizzare i saperi e classificare le scuole in istituti di Serie A e di Serie B». Proteste anche a Roma, dove la scorsa notte l’Unione degli Studenti è stata protagonista di un blitz al Ministero dell’Istruzione, con maschere recanti codici a barre per protestare contro l’omologazione che verrebbe prodotta dai test.
LA PROTESTA CORRE SUI SOCIAL - Altri studenti hanno preferito manifestare quella che ormai viene definita “lotta alla crocetta” riempiendo il test di risposte ironiche e originali, per poi pubblicare il tutto sui social network. Ed ecco così che “meme” e tormentoni social diventano uno strumento per una sorta di “contestazione 2.0“, il cui carattere goliardico le ha permesso subito di diventare virale in rete.
SPESE, MANCANZA DI FONDI E PRECARIETÀ - Ma se le risposte date possono essere simpatiche, decisamente più serio è il nodo della questione. Ad essere sotto accusa è in particolare l’ingente spesa erogata per la realizzazione dei test – «circa 24 miloni di euro senza contare gli stipendi dei responsabili», secondo quanto riportato dal Comunicato del Cas di Bologna – a fronte della situazione particolarmente precaria in cui versano le strutture scolastiche. «Edifici pericolanti – accusano gli studenti, senza laboratori, materiali e spesso anche professori».
Carlo Perigli