
Profanata la memoria ad Auschwitz
Aggiunto da Redazione il 20/12/2009.
Tags della Galleria Cronaca estera, Primo piano
Tags: 27 gennaio 1945, arbeit mach frei, Armata Rossa, auschwitz, auschwitz-birkenau, camere a gas, campo di concentramento, campo di sterminio, deportati, ebrei, furto, giornata della memoria, il lavoro rende liberi, Kaczynski, lager, lavoro disumane, occupazione nazista, olocausto, polonia, presidente polacco, Profanata la memoria ad Auschwitz, scritta, shoah, truppe sovietiche dell’armata rossa, vigilantes
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Ignoti criminali, entrati in azione nella notte di venerdì 18 dicembre, hanno rubato l’iscrizione in ferro battuto “Arbeit mach frei” (Il lavoro rende liberi)
di Claudia Vallini
Sovrastava l’ingresso di uno dei più tristemente famosi campi di concentramento, simbolo dell’Olocausto nazista. Ora non più. L’aberrante azione, a cui non è seguita alcuna rivendicazione, sembra essere opera di professionisti, essendo Auschwitz protetta da recinzioni e sorvegliata la notte da squadre di vigilantes. Dalle tracce lasciate, i ladri profanatori sembra siano fuggiti in auto e adesso la polizia sta facendo di tutto per ritrovarli. Kaczynski, presidente polacco, chiede la collaborazione di tutti i Paesi affinché l’insegna, che è stata prontamente sostituita con una copia, venga ritrovata.
Il campo di concentramento di Auschwitz Birkenau è stato costruito durante l’occupazione nazista nei pressi della città polacca di Oświeçim (in tedesco Auschwitz) a 60 chilometri da Cracovia. E proprio ad Auschwitz ha trovato la morte nelle camere a gas, dopo atroci torture e condizioni di vita e di lavoro disumane, oltre un milione di deportati, in gran parte ebrei. Adibito parzialmente a campo di lavoro solo nel 1943, era in realtà stato inizialmente concepito come campo di sterminio e quindi ancora più sinistro appare il significato dell’insegna sovrastante il suo ingresso, “Il lavoro rende liberi”, forgiata dagli stessi detenuti del lager.
Auschwitz fu liberata dalle truppe sovietiche dell’armata rossa il 27 gennaio 1945, a livello internazionale riconosciuta come giornata di commemorazione delle vittime dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati.
Sono state sollevate anche polemiche in merito alla necessità di dotare il campo di concentramento di Auschwitz, oggi diventato un museo, di maggiori misure di sicurezza, perché esso resti immutato nei secoli, quale simbolo di ciò che l’essere umano ha fatto ad un altro essere umano, monumento al dolore, perché il tempo non cancelli la memoria e il passato, affinché certe atrocità non vengano mai più commesse. Con questo furto si è compiuto un sacrilegio verso tutta l’umanità, si è cercato di cancellare la Shoah, ma per un futuro migliore tutti noi non dobbiamo e non possiamo dimenticare, per questo la scritta dovrà ritornare al suo posto.
Un unico commento, banale certo, ma che occorre ripetere ogni volta che serve: vergogna. Ulteriore vergogna che va ad aggiungersi a quella storica dei fautori del Terzo Reich e contemporanea del filone revisionista sull’Olocausto.
L’hanno ritrovata…segata in tre pezzi. Si parla di un furto su commissione da parte di non specificati mandanti. Chiunque sia stato mi associo al precedente commento: vergogna.