
Prodi: ‘Lascio la politica. Lo faccia anche Berlusconi’
Roma – Dopo settimane di indiscrezioni, Romano Prodi ha dichiarato apertamente che non rinnoverà la tessera del Pd perché ha lasciato la politica del nostro paese. «Ribadisco che ho definitivamente lasciato la vita politica italiana. Ad essa riconosco di avermi concesso esperienze fondamentali e non poche soddisfazioni personali, che spero abbiano offerto un positivo contributo al Paese» queste le parole dell’ex premier.
In partenza per New York dove discuterà di fronte al Consiglio di sicurezza delle Nazione Unite i progetti per lo sviluppo del Sahel, Prodi ha trovato il tempo per inviare una lettera al Corriere della Sera annunciando la sua decisione di abbandonare definitivamente il mondo politico. Nella lettera c’è spazio anche per un pizzico di autocelebrazione: «Ho affrontato due sfide importanti, battendo un opponente politico che ritenevo e ritengo non idoneo al governo del Paese». Prodi rivendica inoltre quanto fatto da premier: «Ho cercato di portare avanti una cultura politica moderna e solidale di cui l’Italia ha molto bisogno. Una battaglia non solo politica, ma etica e culturale. Credo che questi stessi obiettivi abbiano oggi bisogno di nuovi interpreti anche se, nel corso dei due periodi del governo da me presieduto, ci si è a essi avvicinati senza danneggiare, ma anzi migliorando sensibilmente il prestigio internazionale e la situazione debitoria del Paese».
Riguardo al Pd, di cui Prodi è stato ispiratore e fondatore, «conservo non solo un senso di gratitudine, ma anche numerose e salde amicizie. Tuttavia in politica, come nello sport e forse in ogni attività, è preferibile scegliere il momento in cui finire il proprio lavoro, prima che questo momento venga deciso da altri o da eventi esterni. Questi sono anche i motivi per cui senza polemiche ho tralasciato di ritirare la tessera del Pd, il cui rinnovamento e rafforzamento sono tuttavia essenziali al futuro della nostra democrazia».
«la mia gara è finita. – ha concluso Romano Prodi- Una gara riguardo alla quale posso elencare tante sfide vittoriose, tra le quali non mi fa certo dispiacere ricordare le due elezioni politiche nazionali del 1996 e del 2006. Riflettendo su tutto ciò voglio infine augurarmi che, anche chi è stato sconfitto nei due confronti diretti possa meditare sul fatto che non dovrebbe essere solo la mia gara a una fine». Un chiaro invito rivolto a Silvio Berlusconi, affinché abbandoni il mondo politico italiano.
Alberto Staiz