
Processo Polanski: il regista in aula su richiesta di estradizione Usa
Roman Polanski si è presentato oggi al tribunale di Cracovia, dove ha deposto in merito alla richiesta di estradizione presentata dagli Stati Uniti
È ripreso quest’oggi a Cracovia il procedimento relativo alla richiesta di estradizione formulata dagli Stati Uniti nei confronti di Roman Polanski, accusato di violenza sessuale con l’ausilio di sostanze stupefacenti ai danni di una ragazzina di tredici anni. Il regista, arrivato in tribunale insieme al suo legale, ha deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione ai cronisti.
L’ANALOGIA SVIZZERA – Alla fine dell’audizione, tenuta a porte chiuse, il giudice Dariusz Mazur ha dichiarato di aver bisogno di più tempo per prendere una decisione, dovendo analizzare i nuovi documenti presentati dagli avvocati di Polanski. Buona parte della carte presentate riguardano l’analoga vicenda giudiziaria che nel 2009 interessò la Svizzera, al termine della quale il regista fu liberato dopo nove messi di arresti domiciliari e un’analoga richiesta statunitense venne respinta.
SENSAZIONI CONTRASTANTI – Secondo quanto riportato da alcuni quotidiani, anche in questo caso Polanski ritiene che la richiesta proveniente da Washington non verrà accolta, un ottimismo presumibilmente dovuto sia al “precedente svizzero” sia alla prescrizione che la legge polacca prevede per i reati a sfondo sessuale contro minori. Di parere contrario la procura, secondo cui ci sono buone probabilità che il tribunale accolga la richiesta di estradizione. Se il giudice darà parere favorevole, la questione passerà nelle mani del ministro della Giustizia, al quale spetterà, secondo quanto previsto dalle norme interne, la decisione definitiva.
CONDANNA E FUGA – Polanski è ricercato dagli Stati Uniti dalla fine degli anni settanta, dopo la violenza sessuale commessa contro l’allora tredicenne Samantha Garner nel 1977. Dopo essersi dichiarato colpevole ed essere stato rinchiuso nel reparto psichiatrico del carcere di massima sicurezza di Chino per una “valutazione psichiatrica”, venne rilasciato con una proposta di pena in libertà condizionata, iniziando così la sua fuga dagli Stati Uniti. Nel 2009 è stato arrestato in Svizzera, ma le autorità elvetiche l’anno successivo hanno deciso di rilasciarlo, rifiutando la richiesta di estradizione proveniente da Washington.
Carlo Perigli
@c_perigli