
Primarie in Liguria, così muore il ‘democratico’ del Pd
Pesanti sospetti di irregolarità nelle primarie del Pd ligure; la polemica è tra Cofferati a Paita, con cinesi e rom ai seggi e voti della destra alla Paita
Genova – Le primarie del Partito democratico in Liguria per la scelta del candidato presidente della Regione rischiano di trasformarsi nell’ennesimo cappotto; mentre i seggi sono ancora aperti, giungono notizie di flussi sospetti si extracomunitari al voto e presenze ingombranti – e paganti – all’ingresso e la polemica impazza, con voci che chiedono anche l’annullamento del voto.
I CINESI E IL CINESE – La tensione si è fatta alta già al mattino, quando sono giunte le prime segnalazioni: cinesi a La Spezia, nordafricani nel Ponente, così le etnie pilotate al voto, soprattutto al voto pro Raffaella Paita, l’assessore regionale da due anni proposta come candidata da Burlando, presidente uscente. Con lei il cuore dell’establishment regionale, contrastato dalla candidatura di Cofferati, poco gradita quasi giungesse a “rompere le uova nel paniere” di giochi politici già scritti. Cofferati – soprannominato da anni “il cinese” – ha denunciato da subito i problemi di queste primarie: «Quello che temevamo si sta verificando, in misura ancora più consistente di quella che avevo segnalato come un pericolo. Prendiamo nota di tutto e segnaleremo alla commissione di garanzia e anche alla segreteria nazionale del partito. È inimmaginabile quello che sta succedendo in queste ore in Liguria».
INIMMAGINABILE? – Davvero così inimmaginabile questo comportamento in un partito democratico? A giudicare da questi ultimi due anni, neppure troppo. Non servono neppure i precedenti delle primarie campane per scrivere storia, basta un nugolo di parlamentari eletti presentando e proponendo un programma approvato dagli elettori – quello di Italia.Bene comune – e camaleonticamente passati a supportare il suo esatto opposto, incarnato nel governo Renzi, che quelle primarie le perse brutalmente. Un voltafaccia distante dagli ideali di democrazia, responsabilità e rappresentatività che dovrebbero costituire l’anima di un partito democratico.

Franco Orsi, già senatore del Pdl e ora esponente della destra ligure: sostiene Raffella Paita, Pd (ivg.it)
CENTRODESTRA – L’affluenza di queste primarie non subisce solo l’influenza delle “truppe cammellate” smosse dalle forze interne al Pd, ma anche la partecipazione del centrodestra; nonostante sembri surreale, esponenti di rilievo – nazionale! – del centrodestra hanno pubblicamente annunciato voto e supporto a Raffaella Paita. Il sindaco di Albisola, l’ex senatore Orsi, ha addirittura invitato tutti i suoi concittadini a recarsi alle urne delle primarie e votare per Raffaella Paita: stupisce, soprattutto, il fatto che Orsi fosse un fedelissimo di Scajola e tutt’ora militi nelle fila del centrodestra. Se le primarie sono un atto di coraggio democratico, per funzionare richiedono anche una profonda onestà nell’elettorato e queste consultazioni mettono in luce tutti i dubbi su questa “maturità” italiana.
NUMERI INSICURI, ESITI FUTURI – Circolano numeri differenti, che comunque evidenziano tendenze preoccupanti, come i 12.000 votanti a Spezia e provincia, pochi meno che a Genova e provincia, ma con popolazioni nettamente differenti – a La Spezia avrebbe votato, di fatto, un elettore del Pd su tre, un record – o come a Savona, capoluogo di provincia, dove i votanti sarebbero 1.500 circa, contro i 1.300 di Albenga, cittadina della riviera con meno di 1/3 degli abitanti.
Stasera il voto delle primarie avrà un esito numerico, quasi sicuramente a vantaggio di Raffaella Paita. Se ne seguirà una verifica dipenderà dalla tenuta democratica del Pd.
Andrea Bosio
@AndreaNickBosio