Preti pedofili, a Savona è battaglia nel clero: ma la verità non conta

Dopo il suicidio di una delle accusatrici della pedofilia nella Chiesa di Savona, tirata in ballo la Diocesi: anche un sacerdote attacca il vescovo Lupi

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Pedofilia: alcuni casi anche nella Chiesa savonese (sardegnaservizi.com)

Savona – Le polemiche sulla pedofilia nella Chiesa non si spengono nella diocesi di Savona; dopo il funerale della dottoressa Bonello, morta suicida la scorsa settimana, durante il quale don Giovanni Lupino ha duramente attaccato la curia diocesana, alla risposta del vescovo è seguita l’ennesima invettiva di Francesco Zanardi che, dopo aver accusato la diocesi di aver causato la morte della donna, chiama in causa Vaticano e il cardinale Calcagno.

UN RIASSUNTO DELLA STORIA – Comprendere cosa accada nella diocesi di Savona-Noli non è semplice per chi non abbia seguito la vicenda fin dall’inizio. Le accuse mosse a sacerdoti diocesani per pedofilia portano a un nodo doloroso e delicato per la Chiesa savonese, con eventi e problemi che affondano nel passato per decenni; vicende criminali emerse con forza negli ultimi anni, dopo lungo tempo di quiescenza e, secondo alcuni, di omertà.

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Francesco Zanardi, da vittima della pedofilia ad accusatore della curia savonese (ivg.it)

I PROTAGONISTI – Francesco Zanardi è stato da ragazzino una delle vittime di queste tristi vicende; da adulto, invece, si è calato nel ruolo del persecutore, anche con attacchi che poco hanno avuto a che fare con il buonsenso e la ricerca della verità.
I vescovi savonesi, soprattutto monsignor Dante Lanfranconi, l’attuale vescovo Vittorio Lupi e il cardinale Domenico Calcagno, sono stati a vario titolo chiamati in causa dalle accuse, secondo le quali avrebbero messo a tacere le numerose denunce giunte loro da sacerdoti e laici. Calcagno e Lupi, in realtà, hanno collaborato con la giustizia, tanto che negli ultimi anni ben due sacerdoti sono stati dimessi dallo stato clericale per le vicende loro imputate, sentenze giunte più velocemente di quelle della giustizia laica, che non sempre si è espressa. Su monsignor Lanfranconi, invece, rimane l’ombra di un non procedimento per sopraggiunta prescrizione, che ha impedito di chiudere la porta alle voci sulle coperture che, secondo gli accusatori, avrebbe compiuto durante gli anni di episcopato savonese.
Uno dei grandi accusatore della Diocesi è addirittura un sacerdote, don Giovanni Lupino; nel prendere posizione sulle difficile questioni degli abusi sessuali, don Lupino ha scelto la linea polemica, non risparmiando gli strali ai vescovi che si sono succeduti sulla cattedra savonese.

LA GOCCIA PIÙ RECENTE – La dottoressa Bonello era recentemente entrata nella vicenda, portando accuse su vecchi e nuovi episodi, riferendo anche di incontri personali con il Papa per trasmettere le sue informazioni; la Santa Sede, in realtà, aveva ufficialmente smentito, minimizzandone il ruolo, mentre a Savona emergevano storie di livori personali per l’esclusione dal ruolo di ministro straordinario dell’Eucarestia, in seguito a serie violazioni delle norme canoniche da parte della donna.
Quando la settimana scorsa la donna si è suicidata, lasciando un messaggio d’addio all’ex marito, l’intera storia ha assunto i toni di un attacco alla diocesi, anche sfruttando il dolore mortale di una donna.

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Monsignor Vittorio Lupi, vescovo di Savona (theblazonedpress.it)

INSINUAZIONI E OMELIE – È stato proprio Giovanni Lupino a celebrare la cerimonia funebre della dottoressa Bonello; durante l’omelia il parroco si è scagliato ancora contro la sua stessa diocesi, ricordandone le colpe e lasciando trapelare l’idea di responsabilità – dirette o indirette – nella morte della donna. La pronta risposta della curia, affidata a un comunicato stampa, ha riportato con chiarezza ancora una volta le puntualizzazioni vaticane sul ruolo pressoché nullo della dottoressa nelle indagini, un aspetto spesso dimenticato tanto dai media quanto dagli accusatori di piazza, e ancora una volta ha invitato don Lupino a portare prove tangibili all’attenzione del vescovo: una richiesta non nuova, ma a oggi evasa dal parroco.

L’ULTIMA ACCUSA – Zanardi, accusati di fatto il vescovo e la diocesi di istigazione al suicidio nei confronti della Bonello, ha ribadito che «Lupi mente sapendo di mentire quando afferma che non hanno avuto segnalazioni o informazioni, visto che i fatti raccontano che gli armadi diocesani erano pieni di prove degli abusi sessuali a danno dei minori ed anche dei tentativi perpetuati per nascondere gli abusi sessuali commessi dai preti di quella Diocesi ed anche di altri preti pedofili che lì sono stati nascosti e protetti». La diocesi, però, ha ampiamente collaborato con la magistratura; nonostante ciò sia stato fatto volontariamente e nonostante non sembra sia noto siano state trovate prove di rilievo – due dettagli dimenticati da una certa stampa savonese anticlericale – le insinuazioni proseguono, così come gli attacchi che, alla luce dei fatti noti, appaiono davvero privi di senso. La disperazione di una donna caduta nel suicidio, invece, è usata per scopi politici e di battaglia personale, allontanando la possibilità di fare luce e di trovare la verità.

Andrea Bosio
@AndreaNickBosio

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