Politica: il pareggio di bilancio diventa legge costituzionale

L'economista britannico John M. Keynes

Roma – John Maynard Keynes si sta probabilmente chiedendo che fine hanno fatto gli economisti nel 21° secolo. Specie oramai estinta? Verosimilmente in Italia si. Il cosiddetto governo tecnico, e la classe politica italiana, hanno deciso di inserire l’obbligo del pareggio di bilancio all’interno della nostra Carta costituzionale. A evitare che i cittadini potessero avere qualche voce in capitolo su questo emendamento ci ha pensato il Senato, il quale ha approvato con 235 sì, 11 no e 24 astenuti il ddl di riforma dell’ art.81 della Costituzione che è legge con questa quarta e ultima lettura, prevista per le riforme costituzionali. A favore più dei 2/3 dei componenti, che hanno così evitato il referendum confermativo.

Ma cosa significa avere l’obbligo del pareggio di bilancio? E cosa c’entra John Maynard Keynes in tutto questo? Il famoso economista britannico fu il fautore dell’idea che la spesa pubblica, effettuata attraverso gli investimenti statali, fosse l’unico modo per dare nuovo slancio all’economia e superare le crisi, facendo aumentare la domanda aggregata e di conseguenza incrementando l’occupazione. Insomma tutto il contrario rispetto a quello che la nuova legge costituzionale si prefissa. Per far si che le casse dello Stato raggiungano il pareggio, infatti, il Governo Monti sta rastrellando quanto più soldi possibili dalle classi meno abbienti, certo non aumentando le tasse dirette, ma quelle molto più terribili delle indirette. L’aumento del prezzo della benzina, tanto per citare la più gravosa e iniqua, incide molto di più sulle tasche del povero cittadino disoccupato e sulla sua famiglia che sul politico o sull’industriale.

Vignetta sui politici italiani

Per trovare nuovi fondi si è pensato persino di tassare gli sms. Insomma per raggiungere il pareggio di bilancio è necessario non spendere. Come nell’economia familiare, tanto per capire ancora più a fondo il problema, se si sono fatti molti debiti è necessario tagliare tutte le spese. Quindi non si mandano i figli a scuola perché costano, si compra lo strettissimo necessario per mangiare, si continuano ad usare i vestiti vecchi e non si fanno altri investimenti. Ma una famiglia fa scelte che ricadono solo su stessa e non incidono sulla vita altrui. Uno Stato no. Uno Stato fa scelte che hanno conseguenze su milioni di cittadini. Che, guarda caso, non hanno scelto come spendere i soldi statali. E ora che la barca sta affondando, immersa in un mare ribollente di debiti accumulati in 64 anni di mala amministrazione pubblica e di scelte politiche corrotte e mafiose, che si fa? Invece di salvare il Paese, facendo pagare ai responsabili del disastro l’onere delle spese, si continua a mantenere in piedi lo stesso sistema e quel che è ancor peggio a tutelarlo. La classe politica mantiene i suoi privilegi e i suoi costosi vizi e i ricchi (e sono il circa il 10% della popolazione italiana) continuano ad essere esentati dal contribuire alle finanze statali.

Il Paese sta diventando sempre più povero. I disoccupati stanno diventando la classe sociale più diffusa. Jonh Maynard Keynes ha scritto le sue opere più importanti durante la Grande Crisi del 1929 e Franklin Delano Roosevelt ne seguì le linee principali, con il New Deal, portando gli Usa fuori dalla crisi. Il nostro Governo tecnico sta invece seguendo le linee di una politica tutta sua, slegata del tutto da un nuovo progetto economico. É forse convinta che le idee keynesiane siano totalmente inadatte al nostro secolo? I feedback che la società rimanda sono di tutt’altro avviso. Probabilmente la politica economica di Keynes dovrebbe essere rivista e aggiornata, adattata alle problematiche dei nostri giorni. Ma è certo che raggiungere il pareggio di bilancio e non pensare alla crescita economica renderà sempre più povera l’Italia e la maggior parte dei suoi cittadini sempre più ricattabili dal punto di vista lavorativo.

Sabina Sestu

Foto: scienzeumanegiudici; riccardolattanzi; 

Preview: comune.chianciano-terme.siena

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