
Piazza Fontana: 500mila euro per un superstite
GENOVA- 42 anni per un risarcimento quantomeno economico: a 71 anni, Roberto Antonucci Prina, nel 1969 cassiere della Banca Nazionale dell’Agricoltura, viene risarcito con più di 500 mila euro per i traumi derivanti dalla memorabile ed enigmatica strage di Piazza Fontana. Ieri Enrica Drago, giudice del lavoro del Tribunale di Imperia, ha condannato il Ministero dell’Interno a somministrare alla vittima162 mila euro e un vitalizio mensile, e l’Inps a consegnargli 355 mila euro.
Difeso dagli avvocati Emilio Varaldo e Vincenzo Marino, Antonucci Prina ha visto riconosciuti i benefici sanciti dalla legge per le vittime delle stragi, ma definisce questa soluzione “un piccolo sollievo”: prova ancora tanta “amarezza per l’assenza di una verità giudiziaria”. “Oggi per me è arrivato un risarcimento personale ma manca una verità giudiziaria. Importante “, sottolinea l’ex cassiere della Banca dell’Agricoltura, “sarebbe togliere il segreto di Stato, un passo che si deve fare per le vittime, per le loro famiglie, per i sopravvissuti. Per me è arrivato un pezzo di giustizia per chi non c’è più ancora no: è una questione di dignità, un dovere di verità”.
12 dicembre 1969, h 16:37: una bomba esplode e uccide 17 persone. Un mistero non risolto in Italia, una strage senza colpevoli. Una data che ha segnato non solo la storia, ma la vita di tante persone: dal vuoto lasciato ai parenti delle vittime, ai traumi vissuti dai superstiti. Antonucci Prina, allora ventinovenne, dopo quel giorno è in cura presso l’ospedale di Siena per disturbi post traumatici e stress cronico, e ha deciso di trascorrere la propria vecchiaia nel ponente ligure.
“Di quel giorno ricordo l’esplosione, un volo di sette metri, e intorno a me una mattanza, immagini che non si cancellano. Quarantadue anni dopo faccio ancora fatica a passare lì davanti, ho ancora le palpitazioni”.
Una vita segnata, una vittoria dopo una battaglia estenuante: svelare il segreto di Stato significherebbe Giustizia per le vittime, Vittoria della Democrazia.
Di Benedetta Rutigliano
Fonte: www.adnkronos.it