Perché non conosciamo Patrick Modiano, Nobel per la Letteratura 2014

Proviamo a spiegare perché in Italia quasi nessuno conosce il Nobel per la Letteratura 2014, lo scrittore francese Patrick Modiano

Patrick Modiano, Premio Nobel per la Letteratura 2014

Patrick Modiano, Premio Nobel per la Letteratura 2014

Il Premio Nobel per la Letteratura 2014 è stato assegnato allo scrittore francese Patrick Modiano. Scrittore sessantanovenne che, a soli 15 anni, venne notato da Raymond Queneau – il fondatore, nel 1960, dell’OULIPO, l’Ouvroir de littérature potentielle, letteralmente “Opificio della letteratura potenziale”, il cui scopo era quello di indagare le potenzialità creative delle norme strutturali e formali in letteratura, sia attraverso testi già esistenti, sia attraverso nuovi modelli, al quale aderì anche Italo Calvino – che lo introdusse nel mondo dell’editore Gallimard.

A soli 22 anni pubblica il suo primo romanzo, La place de l’étoile, edito appunto da Gallimard e, da allora, non ha mai smesso di scrivere: una notevole produzione letteraria – conta circa trenta romanzi – che gli ha permesso di ricevere numerosi riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio Goncourt, nel 1978, con il romanzo Rue de boutiques obscures. Conosciuto a livello internazionale ed acclamato dalla critica, è stato tradotto anche in Italia, dove sono stati pubblicati diversi suoi romanzi, editi dalle case editrici Einaudi e Guanda: Nel caffè della gioventù perduta, edito da Einaudi nel 2010, Dora Bruder, edito da Guanda nel 2011, L’Orizzonte, pubblicato da Einaudi nel 2012. Ma allora, perché tra la gente, in Italia, nessuno lo conosce? Quando ieri si è diffuso il nome del vincitore del premio Nobel per la Letteratura 2014, si è sentito mormorare, «Modiano chi, quello delle carte da gioco?»

PERCHE’ NON CONOSCIAMO PATRICK MODIANO? – Fermo restando che in Italia si legge poco, davvero molto poco se nel 2014, come conferma lo studio dell’AIE (Associazione Italiana Editori), presentato alla Frankfurter Buchmesse, più di un italiano su due non ha comprato nemmeno un libro, se anche il mondo dei libri – sia a stampa che digitali – non fosse in crisi, ci pensano proprio gli editori a stressare il mercato e i cosiddetti lettori “forti”, con l’attuazione di vere e proprie strategie editoriali che, invece di porre le basi per un reale ampliamento dei lettori, servono solo per “vendere bene”.

La trilogia "Cinquanta sfumature di grigio", di E.L. James

La trilogia “Cinquanta sfumature di grigio”, di E.L. James

Prendiamo Cinquanta sfumature di grigio, di E.L. James, pseudonimo di Erika Leonard, il cui primo libro della trilogia è stato pubblicato per la prima volta nel 2011 e con gli altri due, pubblicati nel 2012, è diventato un best-seller con oltre 31 milioni di copie vendute nel mondo. Naturalmente è arrivato anche in Italia, ed è stato pubblicato da Mondadori. La domanda è: perché?

Per chi non lo conoscesse, si tratta della storia d’amore ( leggi di sesso ndr) tra Anastasia Steele, ingenua studentessa ventunenne e Christian Grey, giovane imprenditore miliardario, il quale intrattiene una tempestosa relazione sessuale con la ragazza, non prima di averle fatto firmare un contratto che rivela le sue “condizioni”, ovvero il sesso sadomaso, in cui Anastasia sarà la “sottomessa” e lui il “dominatore”. È chiaro che la materia di cui si occupa la James ( e che vuol far passare per “romanzo d’amore”) altro non è che porno soft. Ma perché una storia del genere è diventata un best-seller?

Di certo, la spinta è venuta dal basso: in questo caso il favore del pubblico, soprattutto femminile, ha condizionato e decisamente orientato la strategia di vendita editoriale della Mondadori in Italia. Questi sono alcuni commenti delle persone che hanno letto i libri della James, così come si presentano sulla pagina Google di www.books.google.it:

«Credo che questo libro sia meraviglioso non solo per il modo minuzioso in cui vengono descritti i personaggi e la loro psicologia ma soprattutto per la verità che trapela dalle parole della scrittrice, perché per quanto noi donne ci sforziamo di essere maledettamente pudiche l’ardore la forza, la gelosia, la ricchezza, il sesso che ci vengono rappresentate nel libro sono i reali vizi che ognuna di noi brama con desiderio e lussuria nella vita reale. Voto: 5 / 5» (Isabella, 08/09/14).

«È impressionante come questo libro abbia creato così tanti critici letterari esperti!!! Pensavano di acculturarsi leggendo questa trilogia? Io mi sono approcciata a questa lettura senza nessuna pretesa e senza nessun pregiudizio e alla fine posso dire che mi è piaciuta. Lettura scorrevole, incuriosisce abbastanza e interessante storia d’amore! Amore, non erotismo e basta…. e poi, diciamolo, un libro nel bene o nel male lascia sempre qualcosa e se anche non fosse così al termine della lettura, nel mentre, qualche emozione, qualche riflessione o pensiero lo porta a galla.. consiglio questo libro. Voto 5/5» (Laura, 29/08/14).  

Un po’ quello che è successo al libro d’esordio di Federico Moccia, Tre metri sopra il cielo, pubblicato nel 1992 senza grande successo da due piccole case editrici, Ventaglio e Capasso, e poi ripubblicato nel 2004 da Feltrinelli, grazie al passaparola della nuova generazione di adolescenti che se lo passava fotocopiato. Incredibilmente (e grazie al consenso di massa dei giovanissimi italiani) Tre metri sopra il cielo diventa non solo un best-seller che si insedia stabilmente nelle classifiche dei libri più venduti nel 2004, ma un vero e proprio libro cult per tutti gli adolescenti italiani.

La copertina di "Tre metri sopra il cielo", romanzo di Federico Moccia diventato un vero e proprio libro cult per la generazione di adolescenti italiani del 2000

La copertina di “Tre metri sopra il cielo”, romanzo di Federico Moccia diventato un vero e proprio libro cult per la generazione di adolescenti italiani del 2000

Il tutto si è reso possibile grazie, ovviamente, anche ad un’ abile strategia editoriale feltrinelliana, la quale ha tagliato quasi cento pagine dalla versione originale del 1992 e lo ha semplificato sintatticamente, rendendolo adatto a sollecitare nei lettori adolescenti intensi sentimenti di identificazione empatica e, di fatto, legittimando il “genere rosa” in quello che “gli addetti ai lavori” di letteratura chiamano la stagione del “postmoderno”. Come pure, in contesti “postmoderni”, il sesso non viene più raccontato per se stesso, ma come “operatore di eccesso”, eccesso di alcolici o droghe, eccesso di rabbia o aggressività, avendo in sé la proprietà di autoalimentarsi fino a giungere ad una crisi risolutiva (vedi Cinquanta sfumature).

IL “CASO EDITORIALE” (E NON SOLO) DE IL CODICE DA VINCI – Mettendo da parte il romanzo rosa o erotico – una discussione a parte meriterebbe Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire di Melissa P., edito da Fazi nel 2003 -, un altro prodotto che poteva essere solo di intrattenimento e che invece è diventato un vero e proprio caso editoriale, è Il Codice da Vinci di Dan Brown.

Uscito negli Stati Uniti nel 2003, è stato tradotto (da Riccardo Valla) e pubblicato in Italia nel 2004 da Mondadori, assestandosi in cima alle classifiche di vendita per tutto il 2005. Si tratta di un thriller teologico nel quale i protagonisti, il professor Robert Langdon e la crittologa della polizia Sophie Neveu, scoprono l’esistenza di alcune verità che potrebbero cambiare il corso della Storia: in particolare, la scoperta più sensazionale riguarderebbe Maria Maddalena, la quale sarebbe stata la moglie di Gesù, a cui avrebbe dato una figlia, capostipite dei Merovingi.

Il Codice da Vinci di Dan Brown è diventato, nel 2004, un vero e proprio "caso editoriale"

Il Codice da Vinci di Dan Brown è diventato, nel 2004, un vero e proprio “caso editoriale”

Dunque, un misto di Storia e fantasia, suspence, colpi di scena e misteri: gli ingredienti ideali per un libro godibile ma non privo di qualche imperfezione sul piano della documentazione storica, che lo rende sì un romanzo da leggere tutto d’un fiato dalla trama avvincente, ma non certo un caso editoriale. Se non fosse che, alla pagina 9 dell’edizione italiana, si legge: «Tutte le descrizioni di opere d’arte e architettoniche, di documenti e rituali segreti contenute in questo romanzo rispecchiano la realtà».

Apriti cielo: intellettuali, studiosi, politici, ma soprattutto i rappresentanti della Chiesa danno in escandescenze, per la presunta pretesa di aderenza alla “verità storica” sostenuta dallo scrittore. Gli editori italiani non ci mettono molto a “fiutare l’affare” e così, in men che non si dica, vengono pubblicati decine, anzi centinaia di saggi e di studi che vogliono rispondere alla domanda di approfondimento che scaturisce dalla lettura del romanzo su giornali, tv, internet e che cercano di porre rimedio agli errori e alle imprecisioni contenute all’interno dell’opera.

Lascia piuttosto perplessi, però, che l’arcivescovo Tarcisio Bertone abbia addirittura organizzato un convegno per confutare le «pericolose tesi contenute nel libro». La Chiesa si è sentita minacciata da un romanzo? Ecco perché il Codice da Vinci è diventato un “caso”. Più in generale, invece, sembra veramente troppo scontato pensare al successo del Codice da Vinci come a un bisogno intimo delle persone di spiritualità, soprattutto ricordando quanto fosse diffuso nel 2004 (ma non lo è ancora?), quel senso di precarietà e di paura dopo gli attentati dell’11 settembre 2001. In ogni caso, è proprio questo il contesto mondiale all’interno del quale si colloca il successo del romanzo di Dan Brown.

CONCLUSIONI –  Pochi esempi, ma dai quali si ricava a grandi linee la risposta alla domanda dalla quale siamo partiti, “perché Patrick Modiano, premio Nobel per la Letteratura 2014, non è conosciuto in Italia?” O meglio: “perché Patrick Modiano non è famoso in Italia?”. Perché in Italia, Patrick Modiano non vende.

Goffredo Fofi è saggista, attivista, giornalista e critico letterario, cinematografico e teatrale

Goffredo Fofi è saggista, attivista, giornalista e critico letterario, cinematografico e teatrale

La giusta conclusione alla nostra discussione, mi pare di trovarla in queste considerazioni di Goffredo Fofi, saggista, attivista, giornalista e critico letterario, cinematografico e teatrale: «Oggi la maggior parte delle librerie sembra un supermercato dove, accanto ai libri, si vende di tutto. Gli editori e i librai vogliono vendere, e hanno ragione, ma la ricerca ossessiva del best-seller è un errore. Libri come Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino o Il nome della Rosa di Umberto Eco si possono ben definire libri collettivi, nel senso che sono nati al momento giusto, riuscendo a trovare una eco nel pubblico, proprio come se questo li avesse in precedenza commissionati. Allora come oggi, è il pubblico cha fa i best-seller e, in fondo, anche se li scrive».

E continua: «Il problema del best-seller non è quello principale del mercato editoriale, però: lo sono, invece, i nuovi meccanismi di produzione del libro e il tipo di lettore che ne è venuto fuori. Da questo punto di vista, il progetto democratico della cultura di massa non ha funzionato, dal momento che ha prodotto un pubblico d’automi manipolati e istupiditi dai meccanismi del potere e del consumo. L’individuo è stritolato dall’industria culturale, nei confronti della quale è solo un consumatore con bisogni indotti. Il libro quindi è solo un elemento dell’enorme industria dello svago, cioè di uno svago fruito individualmente che però riguarda tutti. Svago che è anche un sintomo della crescente solitudine degli individui e del loro bisogno di non pensare. Paradossalmente, oggi il libro aiuta a non pensare, perché viene considerato esclusivamente come svago e distrazione. Come per altro il cinema e, naturalmente, la televisione».

Mariangela Campo

@MariCampo81

Fonte articolo: L’amore come romanticheria (la riscossa del rosa) di Giovanna Rosa, L’amore come sesso (amore, cuore, hardcore) di Enzo Marigonda, L’esoterismo all’indice di Roberto Carnero, Eresia e pedagogia: per una critica dell’editoria di consumo. Intervista a Goffrefo Fofi di Fabio Gambaro in Tirature ’06, a cura di Vittorio Spinazzola, Mondadori editore, 2006.

Fonte foto: www.theguardian.com; www.50sfumatureitalia.it; www.feltrinellieditore.it; www.langolodeilibri.it; www.flickr.com

 

 

 

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