
Lo scaffale dimenticato – ‘Open’ di Andre Agassi
Negli ultimi anni numerosi volti più o meno noti dello spettacolo e dello sport hanno sentito il bisogno di mettere nero su bianco la propria esperienza personale. Il risultato è stato un evidente proliferare tra gli scaffali delle librerie di autobiografie di cantanti e musicisti, personaggi dello spettacolo, sportivi e attori. Sapienti operazioni di marketing secondo le opinioni di molti, studiate al fine di sfruttare dal punto di vista commerciale un certo nome sulla cresta dell’onda, o finalizzate a dare nuovo vigore a una figura in declino, magari aggiungendo aneddoti, segreti e nuove verità sull’esistenza di personaggi di cui si pensava di sapere vita, morte e miracoli. Al di là del discorso puramente commerciale e pubblicitario, tra autobiografie più o meno riuscite, capita che una di queste pubblicazioni risulti essere a tutti gli effetti un libro di grandissimo valore. È questo il caso di Open, l’autobiografia del celebre tennista americano Andre Agassi.
UN LIBRO “APERTO” – Pubblicato nel 2009 (in Italia nel 2011) Open è una lucida, coinvolgente e complessa analisi della vita di Andre Agassi, dall’infanzia, passando per gli esordi a fine anni ’80, il declino e la risalita, fino al ritiro dopo gli Open statunitensi del 2006: un lungo percorso umano ancor prima che sportivo dove Agassi si mette a nudo, descrivendo con semplicità i profondi conflitti interiori che lo tormentavano, che si scontravano con un’immagine e un attitudine incredibilmente estroversa e spavalda. Colpisce il rapporto di odio/amore che legava Agassi al tennis: un sentimento incredibile per un tennista che ha fatto la storia di questo sport, e non solo per le acconciature multicolori, l’abbigliamento stravagante e gli atteggiamenti istrionici.
L’ODIO PER IL TENNIS – Un padre despota, desideroso di fare del figlio un campione del tennis, obbligava Agassi a interminabili ore di allenamento contro la macchina sputa palle ribattezzata il “Drago”. Agassi iniziò a provare un vero e proprio odio nei confronti di uno sport che era costretto a praticare controvoglia. Al tempo stesso però ci fu da parte sua la lucida presa di coscienza di aver del talento, manifestatosi chiaramente fin dai primi tornei giovanili, nonostante un carattere ribelle e anticonformista allergico alla disciplina. L’escalation fu rapida, con l’approdo al tennis ad alto livello in età precoce, sotto la guida del celebre allenatore Nick Bollettieri e la vittoria dei primi tornei: Agassi diventò in breve tempo uno dei volti noti del tennis, grazie alle vittorie nei tornei che contano (su tutte il primo Slam conquistato a Wimbledon nel 1992, seguito da altre due vittorie agli U.S. Open del ’94 e agli Australian Open nel ’95), a un gioco spregiudicato e sotto certi aspetti innovativo fatto di sudore e gioco d’anticipo, e a un look stravagante e sopra le righe che lo rese idolo delle ragazze.
CADUTA E RISALITA – Ma il pubblico e il privato sono due cose diverse e l’Agassi istrionico che si vedeva sui campi da gioco era profondamente diverso da quello privato, un ragazzo insoddisfatto e insicuro come dimostrato dalla precoce calvizie abilmente nascosta da un parrucchino, e dall’incapacità di dare continuità alle vittorie. Gli alti e bassi della sua vita privata coincisero con i risultati tennistici: un matrimonio affrettato e naufragato precocemente con l’attrice Brooke Shields, e diversi infortuni lo fecero precipitare nelle classifiche, fino a un’incredibile risalita nell’Olimpo del tennis alla fine degli anni ’90, con la vittoria di altri cinque tornei dello Slam a un età in cui molti tennisti iniziano il periodo di declino prima del ritiro dall’attività agonistica. Con le vittorie ritrovate arrivò anche la felicità coniugale con la nuova moglie, l’ex campionessa di tennis Steffi Graf. Nonostante gli acciacchi Agassi proseguì la sua attività agonistica all’età di 36 anni, incapace di mettere la parola fine alla sua carriera a causa del suo amore/odio per uno sport del quale è comunque stato in grado di scrivere un pezzo di storia.
DA LEGGERE - Open è un libro assolutamente coinvolgente, nelle cui pagine si trova la storia di un uomo ancora prima della vita uno sportivo famoso: una sfolgorante autobiografia adatta anche agli amanti della lettura che non conoscono il mondo del tennis. Grazie soprattutto alla magistrale scrittura di J.R. Moehringer (scrittore premio Pulitzer e amico dello stesso Agassi), Open risulta un romanzo godibilissimo dove le ascese e le cadute di Agassi vengono magistralmente raccontate con uno stile tagliente, lucido e incredibilmente vero. Brillanti le descrizioni dei match, somiglianti più a delle battaglie contro un nemico interiore piuttosto che contro un avversario in carne e ossa. Sorprendenti inoltre le rivelazioni contenute nelle pagine di Open, dall’ammissione di aver fatto uso di un parrucchino, alla positività a un test antidoping per uso di anfetamine: un fatto che rischiò di interrompere precocemente la carriera di Agassi. Open è un romanzo completo, profondo, ricco di spunti di riflessione, appassionante e scritto con maestria: da leggere.
Alberto Staiz