
Olimpiadi Londra 2012, Salto triplo: Donato, il bronzo che non t’aspetti
Londra – Trascorri una carriera decennale di tutta onestà, lottando per un posto importante, risultando a lungo il migliore del tuo paese. Invecchiando, come i vini di pregio, migliori e ottieni due titoli continentali, aperto e coperto. Poi arriva la sera della vita, quella che ti cambia la carriera a 36 anni, quella del podio olimpico quando ormai molti ti pensavano spacciato.
Questa è la storia di Fabrizio Donato, saltatore azzurro, terzo classificato nella gara olimpica di salto triplo, alle spalle di Taylor e Claye, due americanoni dominatori delle ultime stagioni. La medaglia che non ci si aspettava, la medaglia di un’atletica in crisi ma che dimostra di saper ancora lottare e di crederci fino in fondo.
Hop, step, jump: le tre fasi del salto triplo, tre balzi che si tendono verso la sabbia e che per Donato sono un’eternità. La consacrazione della carriera in una manciata di secondi. La finale a Londra è stata di quelle a dir poco emozionanti: Taylor, grande favorito, parte con due nulli e si ritrova a un passo dall’eliminazione, tanto da dover regalare una trentina di centimetri al terzo salto per essere sicuro di avere una misura, un “tranquillo” 17,15 m.
Donato e l’altro azzurro, Daniele Greco, partono oltre i 17 metri. Per Donato, in particolare, è un crescendo: 17.38, 17.44, 17.45, 17.48. Il podio è lì. Claye, l’altro statunitense, si prende il podio già al secondo salto, 17.54, ma sa che Taylor può volare ben oltre. Il volo a stelle e strisce arriva con il quarto turno di salti, il primo della finale: 17.81 m. L’oro è suo. Anche l’argento prende la via per gli Usa. Eppure il podio si colora d’azzurro.
Da Atene – Gibilisco nel salto con l’asta – non c’erano medaglie dall’atletica della pista, del campo: l’oro e il bronzo della marcia di Pechino (Scwhazer e Rigaudo) sono conteggio a parte, per certi versi. Da Città del Messico 1968 nessun italiano era nell’olimpo dei Giochi in questa specialità: anche quel giorno bronzo, Giovanni Gentile.
Donato sul podio e Greco quarto raccontano l’Italia che salta, tre volte. Sono il presente dei saltatori azzurri. Se Donato racconta anche il passato, Greco ha 23 anni e può parlare al futuro della specialità. Può crescere, può migliorare, può vincere.
Però questa notte è tutta per Fabrizio Donato: una vita di fatica e sudore sui campi, un durissimo lavoro e, quando pensi che tutto stia per tramontare, ecco l’occasione di una vita. Lui l’ha colta.
Andrea Bosio