
Obesità infantile? Risponde l’esperto
In Italia sempre più bambini sono obesi o in sovrappeso. È necessario intervenire soprattutto a livello educativo coinvolgendo la famiglia e la scuola. Ne parliamo con la dottoressa Stefania Mancini
di Fabrizio Giona
Un’infanzia sempre più pesante per i bambini italiani. Sono infatti oltre un milione e centomila i ragazzini tra i sei e gli undici anni che hanno problemi di obesità e sovrappeso: più di un bambino su tre.
Stando ai dati riportati dall’indagine “Okkio alla salute”, promossa in 18 regioni italiane dal Ministero del Lavoro, Salute e Politiche Sociali e coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, su ogni 100 bambini della classe terza elementare, quasi 24 sono in sovrappeso e oltre 12 sono obesi. Dati allarmanti che mostrano come il problema obesità non sia soltanto una sfida alla sanità pubblica, ma soprattutto una problematica educativa e sociale che bisogna urgentemente affrontare, coinvolgendo tutti gli attori in gioco: famiglia, scuola e istituzioni.
Ma da cosa deriva effettivamente l’obesità? Come si può intervenire in questi casi? E qual è il ruolo delle varie istituzioni educative? Ne parliamo con la Dottoressa Stefania Mancini, dietista specializzata in obesità infantile e terapia cognitivo-comportamentale del sovrappeso e dell’obesità.
- Dottoressa Mancini, sa indicarci quali sono le cause del sovrappeso e dell’obesità infantile?
Le cause dell’obesità infantile sono molteplici e di natura diversa. Un ruolo centrale è dato dalle abitudini alimentari della famiglia: i bambini che interagiscono con consuetudini alimentari disordinate e scorrette assimilano tali comportamenti orientandosi verso scelte alimentari sbagliate e sviluppando una forte predilezione solo per i cibi conosciuti. Ovviamente anche la pubblicità gioca un ruolo di primo piano stimolando il bambino alla richiesta di cibi accattivanti non solo nel gusto ma anche nella modalità di presentazione, cibi che purtroppo non sono altrettanto validi da un punto di vista nutrizionale. Il fattore forse più incisivo è però la sedentarietà: sembra che molti bambini trascorrano fino a 4 ore al giorno davanti a televisione, computer, videogiochi, riducendo così notevolmente il tempo per lo sport e il movimento in genere. Infine anche la familiarità incide sul rischio di sviluppare tale patologia: si stima che per un bambino obeso di età compresa tra i 10 e i 15 anni con un genitore obeso ci sia una probabilità fino all’80% di rimanere obeso da adulto.
- Come si può intervenire a livello alimentare in caso di bambini obesi o in sovrappeso? E quale ruolo può avere la famiglia in tal senso?
Nell’età della crescita può essere rischioso sottoporre il bambino a una vera e propria dieta dimagrante perché l’eccessiva restrizione può indurre un vissuto di eccessiva privazione che sembra essere uno dei possibili fattori di rischio di sviluppare disturbi del comportamento alimentare. E’ molto più utile invece cercare di educare il proprio figlio a una sana alimentazione cercando di modificare gradualmente le abitudini sbagliate e sottolineando gli effetti positivi che potrebbero derivare da una sana alimentazione e dal raggiungimento di un peso più adeguato. In tutto questo è ovviamente molto utile dare quotidianamente un buon esempio modificando se necessario le abitudini degli altri membri della famiglia.
- E le istituzioni scolastiche?
Senz’altro l’ambiente scolastico può aiutare a prevenire il problema del sovrappeso in età infantile perché a scuola i bambini consumano senz’altro la merenda mattutina e, in alcune fasce di età, anche il pranzo. Fortunatamente oggi in Italia si sta formando una coscienza collettiva sempre più sensibile al problema e in molte scuole si svolgono progetti sull’educazione alimentare, laboratori, incontri psico-educativi che coinvolgono i ragazzi stessi e in molti casi anche le loro famiglie.
- In America è stata proibita la collocazione di macchinette dispensatrici di cibo (junk food) nelle scuole e in Italia è stato avviato un progetto per la diffusione nelle mense scolastiche di frutta e verdura. Simili rimedi possono bastare per sconfiggere il fenomeno oppure c’è bisogno di qualcosa di più incisivo, soprattutto a livello educativo?
Purtroppo un singolo intervento non può considerarsi sufficiente ad allontanare il problema obesità. Anche se gli interventi scolastici sono di fondamentale importanza, sarebbe utile un’azione più incisiva a livello della grande distribuzione e dei canali mediatici impostando diversamente la pubblicizzazione e la vendita di molti prodotti. Ricordiamo infatti che spesso i prodotti più scadenti e quindi più ricchi di zuccheri semplici e grassi sono anche meno costosi e pertanto facilmente accessibili a tutta la popolazione.
- Per finire, quale dovrebbe essere il corretto regime alimentare per un bambino?
Una sana alimentazione per l’età della crescita deve essere variata e completa di tutti i gruppi alimentari. E’ importante che i bambini facciano una buona prima colazione e una merenda più leggera durante la mattinata possibilmente a base di frutta o yogurt. Il pranzo dovrà essere composto da una primo piatto e un secondo con contorno di verdura e una frutto di stagione per concludere. Nel pomeriggio nuovamente uno spuntino prima dell’attività fisica e infine una cena leggera a base di proteine, pane, frutta e verdura. Il tutto dovrà essere condito con olio extra vergine di oliva usato a crudo. Un’attenzione particolare andrà a latticini e derivati per il loro contenuto di calcio così importante per la salute delle ossa durante la fase evolutiva.
- Grazie mille Dottoressa.
Grazie a voi.