
Obama e la sovranità degli Stati ad personam
Commentando la notizia del caccia russo abbattuto dalla Turchia, il Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama ha detto: «Come tutti i Paesi la Turchia ha il diritto di difendere il suo territorio». Forse non se ne è reso conto, ma dicendo questa frase Obama ha sbugiardato la politica estera americana degli ultimi anni.
Stando al ragionamento di Obama, gli afgani avrebbero il sacrosanto diritto di lottare per la liberazione della loro terra. Gli afgani hanno quindi il diritto di difendersi anche attraverso l’uso della forza? Evidentemente sì. Gli invasori, però, in questo caso sono proprio gli americani insieme ad altre forze occidentali. Perché Obama, in coerenza con quanto detto, non se ne va dall’Afghanistan invece di prorogare la presenza delle truppe americane in quella terra?
Ma il caso più eclatante è quello della Siria. Per quale motivo il paese guidato da Erdogan può abbattere un aereo russo che avrebbe violato la zona aerea turca mentre Bashar al-Assad non può difendere il suo paese dai jihadisti che da più di quattro anni tentano di rovesciare il legittimo governo di Damasco? Con che coraggio Obama dice che Assad se ne deve andare? Non dovrebbe essere il popolo siriano – una volta conclusa la guerra contro i jihadisti che vede schierati in prima linea anche i soldati dell’esercito dello stesso Assad – a dire chi deve guidare la Siria? La sovranità di uno Stato non vale solo quando fa comodo a Obama, ma sempre. Un premio Nobel per la pace dovrebbe saperlo.
Giacomo Cangi
foto: spondasud.it; nena-news.it