
Obama chiede alla Corte Suprema di riconoscere i matrimoni gay
Come promesso in occasione della sua rielezione a presidente degli Stati Uniti, Barack Obama è intervenuto a favore dei diritti omosessuali, impegnandosi concretamente a sostegno dei matrimoni gay: la sua amministrazione ha infatti formalmente richiesto alla Corte Suprema l’abrogazione di una legge federale risalente agli anni Novanta, nella quale si sanciscono le nozze come unione tra un uomo e una donna.
Stando alla documentazione presentata in vista della revisione della legge, il testo così formulato violerebbe infatti «la garanzia fondamentale dell’uguaglianza», nella misura in cui andrebbe a impedire che migliaia di persone regolarmente sposate nei propri Stati – negli Usa, i matrimoni gay sono infatti già legali in nove Stati e nella capitale Washington – non possano comunque godere degli stessi vantaggi federali di cui invece godono le coppie eterosessuali.
La questione sarà effettivamente vagliata dalla Corte Suprema a partire dal prossimo 26 marzo ma il dato significativo è che per la prima volta nella storia statunitense un presidente scelga di schierarsi tanto nettamente a favore dei diritti gay. Le dure parole di condanna nei confronti del Defense of Marriage Act assumono dunque un peso e un valore notevole, a prescindere da quello che sarà il giudizio finale della Corte Suprema, chiamata a pronunciarsi sul caso Windsor.
Le recenti polemiche sulla legge del 1996 nascono infatti a seguito del ricorso avanzato da Edith Windsor, costretta a pagare ingenti tasse di successione perché il suo matrimonio con la compagna, contratto in Canada nel 2007, non è stato riconosciuto valido dalla legge statunitense, che per l’appunto non prevede la possibilità di unione tra persone dello stesso sesso. Comunque vada, quello di Obama è quindi un segnale molto forte su un tema ampiamente discusso anche in Italia, in occasione della campagna elettorale.
Mara Guarino
Foto homepage via: formiche.net