
Nuova inquietante ipotesi sulla scomparsa del Boeing malese
Secondo nuovi elementi, il Boeing 777 potrebbe essere stato dirottato dai piloti stessi
Si infittisce il mistero che circonda la scomparsa del volo MH370, un Boeing 777 della Malaysian Airlines. L’aereo, che trasportava 239 passeggeri, è scomparso da oltre una settimana senza lasciare tracce. Fin da subito è stato chiaro che questa scomparsa presentava aspetti oscuri. Com’è possibile infatti che un aereo dotato di moderni rilevatori gps scompaia nel nulla, quando perfino uno smartphone può essere geolocalizzato in tutto il mondo? Nelle ultime ore però una nuova ipotesi si sta facendo largo tra quanti cercano il velivolo.
I FATTI – Alcuni elementi portano a pensare che il volo non si sia perso, ma che sia stato deliberatamente dirottato. Ricostruiamo quindi la dinamica del fatto. Sabato 8 marzo, un Boeing 777 della Malaysia Airlines decolla in orario dal Kuala Lumpur con destinazione Pechino, le condizioni atmosferiche sono ottime. Tutto sembra procedere bene come sempre, ma circa un’ora dopo il decollo, l’aereo scompare improvvisamente dai radar. Partono immediatamente le ricerche del velivolo a cui partecipano 9 Paesi. Cominciano a farsi strada le prime ipotesi, dal guasto della strumentazione, all’attentato terroristico. Dopo alcuni giorni le ricerche effettuate lungo la rotta del volo non portano a nulla.
LE IPOTESI - Dopo alcuni giorni emergono nuovi e inquietanti dati. Si viene a sapere che due iraniani viaggiavano sull’aereo con passaporti falsi e subito emerge la pista terroristica. Inoltre due ragazze raccontano di aver viaggiato su un volo pilotato dall’equipaggio dell’aereo scomparso. Secondo le giovani i due piloti avrebbero infranto una quantità di norme di sicurezza, facendole entrare nella cabina di pilotaggio e fumando in volo. Scatta la teoria dell’errore umano. Quello che però non si riesce a capire è perché a ore di distanza dalla scomparsa del Boeing, i telefoni di passeggeri ed equipaggio continuassero a suonare a vuoto. Ma un’incongruenza avrebbe aperto la strada a un’altra ipotesi. È stato stabilito che l’ultima comunicazione inviata al controllo di terra dal co-pilota è avvenuta dopo che il sistema di localizzazione era stato escluso. Il messaggio inviato via radio era semplicemente: «Tutto bene, buona notte». Sembra quindi che i piloti abbiano deciso di far perdere le tracce dell’aereo per dirottarlo su una rotta ignota.
UNA DISPERATA RICERCA - Le ricerche si sono quindi spostate sull’Oceano Indiano meridionale, una delle più probabili rotte che l’aereo avrebbe potuto percorrere. La direzione delle ricerche, a cui ora prendono parte 26 Paesi, è stata assunta dall’Australia. Il mistero, per ora, rimane tale e più passa il tempo, più si assottiglia la speranza di trovare vivi i 239 passeggeri.
Andrea Castello