Non c’è pace per il ciclismo, ora si dopano le bici

Gli esperti dell’Unione Ciclistica Internazionale incontrano i rappresentanti delle case produttrici. Forti sospetti su Fabian Cancellara, trionfatore di Fiandre e Roubaix grazie a strepitosi e insoliti allunghi sul finale di gara

di Francesco Guarino

Fabian Cancellara al traguardo della Roubaix 2010

Sembrava tutto troppo bello per essere vero. Dopo un Giro d’Italia praticamente immacolato dal punto di vista del doping (finora da registrare solo l’esclusione preventiva di Franco Pellizotti), sul mondo delle due ruote piomba a ciel sereno un’inchiesta che rischia di stravolgere ancora una volta gli ultimi anni di ciclismo. L’Unione Ciclistica Internazionale ha infatti aperto ufficialmente un fascicolo sul possibile utilizzo di biciclette elettriche o a pedalata assistita, raccogliendo i rumours rimbalzati dal web da alcuni mesi a questa parte.

SOSPETTI SU CANCELLARA – La notizia fa ancora più rumore perché, sotto la lente d’ingrandimento dei tecnici dell’UCI, ci sarebbe finito addirittura Fabian Cancellara, ex iridato e trionfatore del Giro delle Fiandre e della Roubaix nel 2010. Per chi non mastica pane e bici, stiamo parlando delle due più grandi classiche del ciclismo mondiale, veri e propri mausolei della fatica per merito dei celeberrimi tratti spacca-gambe in pavé. Lo svizzero ha destato sospetti per le incredibili progressioni sui tratti finali delle due gare (che, tra l’altro, si corrono a distanza di solo una settimana l’una dall’altra), con cui ha fiaccato in entrambe le occasioni la resistenza di Tom Boonen. Fin qui ci si potrebbe appellare alla pura e semplice benzina in più nelle gambe, ma i sospetti si sono acuiti poiché Cancellara, sia per il Fiandre che per la Parigi-Roubaix, ha cambiato completamente modello di bicicletta rispetto a quelle usate abitualmente. Di solito, per affrontare il duro pavé delle Fiandre e della foresta di Arenberg, ci si limita a rimpiazzare le forcelle, utilizzandone di più adatte alle sconnessioni del terreno. La sostituzione completa della bicicletta fece scattare il campanello d’allarme già 3 mesi fa, ma il tutto è rimasto nel cassetto fino a ieri, quando l’UCI ha annunciato ufficialmente di volerci vedere chiaro.

COME E PERCHÉ – La dinamica del nuovo doping ciclistico è molto meno complessa di quanto si possa immaginare: basta inserire nel tubo piantone (quello che regge la sella e che è ovviamente cavo) un motorino elettrico collegato agli ingranaggi dei pedali, azionabile da un comando che può essere posto sul manubrio, tranquillamente occultato tra le leve del cambio. Il peso del congegno non supererebbe il chilogrammo: un peso notevole, se si considera che equivarrebbe al 15% circa del peso di una bicicletta professionale, ma ampiamente compensato dalla durata della batteria (da 60 a 90 minuti) e dall’aiuto in termini di potenza apportato alla pedalata (100 watt, pari a più del 20% di surplus aggiunto alla normale pedalata).

Dettaglio di un motorino elettrico per bicicletta

Con un calcolo alla buona, potremmo dire che la maglia rosa Basso avrebbe rifilato agli inseguitori quasi 30 secondi in più in classifica generale, usando l’aiuto elettrico nella sola tappa dello Zoncolan. Il terrore malcelato dell’UCI è che il congegno sia in circolazione da molto più tempo di quanto si sospetti: le prime bici elettriche tout court sono arrivate sul mercato nel 2008, ma non è difficile immaginare che in ambito professionistico – con tutti gli escamotage che si sono trovati per sfuggire ai controlli antidoping – il motorino elettrico sia finito dei tubolari dei corridori ben prima di quella data. A chiarire ogni ulteriore dubbio, e a gettare ancora una volta nello sconforto gli appassionati di ciclismo, ci ha pensato Davide Cassani, ex corridore professionista e commentatore Rai: «Ho provato la bicicletta a pedalata assistita. Nonostante abbia 50 anni, se la usassi per correre potrei tranquillamente vincere qualche tappa al Giro. Azioni il tasto e la bici parte da sola, è una cosa impressionante». Ci mancava giusto questa…

FOTO VIA www.roadcycling.com – img.alibaba.com

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2 Risponde a Non c’è pace per il ciclismo, ora si dopano le bici

  1. avatar
    alessio tedde 03/06/2010 a 15:30

    allucinante, senza parole!!!

    Rispondi
  2. Pingback: Il Giro D’italia » Blog Archive » Non c’è pace per il ciclismo, ora si dopano le bici

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